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Attualità | 14 giugno 2019, 10:09

Appendino: "La sicurezza non si fa solo con le telecamere o la repressione"

La sindaca ospite dell'evento "Formare per Fermare" al Politecnico: "Bisogna creare senso di comunità e prevenire". Il rettore Saracco: "In un periodo di grande sviluppo tecnologico dobbiamo essere consapevoli dei rischi"

Appendino: "La sicurezza non si fa solo con le telecamere o la repressione"

"In tema di sicurezza, un sindaco ha il dovere di garantire un luogo in cui la gente si senta al riparo dalle minacce. Ma accanto alla repressione, che forse fa più notizia, bisogna fare prevenzione. Se pensiamo che una comunità sia sana e sicura solo con la repressione e una telecamera piazzata a controllare, ci stiamo sbagliando". 

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, non ci gira intorno. E in un periodo storico fatto (anche) di atteggiamenti muscolari nella tutela della sicurezza, iniziative di difesa "in proprio" con epiloghi drammatici e fiaccolate di solidarietà, sceglie la via più diretta per ribadire che, "accanto al ringraziamento alle forze dell'ordine per il lavoro che fanno, bisogna soprattutto fare prevenzione e creare consapevolezza in una comunità, per essere in grado di affrontare le criticità".

Le sue parole arrivano dal Politecnico, in occasione dell'evento "Formare per fermare", che per tutta la giornata ha voluto analizzare la violenza di genere abbinata alla presenza sempre più massiccia delle nuove tecnologie. Anche se non servono strumenti avveniristici per mettere a rischio l'universo femminile. "Le donne sono a rischio se escono la sera, per andare in discoteca - aggiunge Appendino -. Ma non dimentichiamo che la maggior parte dei casi di violenza avviene tra le mura domestiche, episodi spesso non denunciati. Ed è su questo che bisogna lavorare, con attenzione, prevenzione e senso di comunità".

E il concetto di una velocità da controllare, per evitare schianti, concorda anche il rettore del Politecnico, Guido Saracco. "Viviamo un periodo dominato dalle tecnologie, ma come Università siamo consapevoli dei rischi che possono essere connessi a possibili utilizzi impropri. Ecco perché bisogna capire come è possibile difendersi, anche fisicamente".

"Noi facciamo facciamo ricerca sulle tecnologie - prosegue Saracco - ma anche prevenzione: abbiamo sviluppato programmi formativi per contrastare eventuali comportamenti sbagliati. Informiamo chi può essere oggetto di attenzioni non opportune e chi può incappare in questo tipo di tentazioni. Anche se abbiamo solo il 22% di donne a ingegneria, ci stiamo impegnando perché questa presenza aumenti e per questo ci impegniamo per la parità di genere, perché una condizione non paritaria ci fa perdere talenti e opportunità".

"La rivoluzione tecnologica viaggia in maniera talmente veloce che può essere un'opportunità - concorda ancora Appendino -, ma può anche comportare dei rischi. E si può rifiutare, oppure cercare di comprendere oggi quello che potrebbe succedere. Non esiste un cambiamento a rischio zero, come insegna il mondo del lavoro con il 4.0. Ma anche sul tema degli spostamenti, tra guida autonoma e un concetto di auto privata che sarà sempre meno forte, rispetto a quello in condivisione".

Massimiliano Sciullo

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