"In questo momento Manley è a Parigi e sta riaprendo la trattativa con i francesi, al di là delle buffonate fatte dal loro governo e dall'assenza totale del nostro". Lo urla al microfono Roberto Di Maulo, segretario generale di Fismic, sotto i balconi del Comune in occasione dello sciopero dei metalmeccanici. Un presidio isolato, mentre le principali sigle nazionali, Fim, Fiom e Uilm, fanno lo stesso a Milano, Napoli e Firenze. Ma se - come auspicato da più parti - la fusione tra FCA e Renault riprende quota, è l'attualità, più che il futuro, a preoccupare i lavoratori scesi in strada.
"Siamo stufi, è assurdo che il futuro delle persone sia fondato sui sussidi e non sul lavoro e dopo un anno di contratto di governo non si vedono effetti, se non l'aumento dei precari e la diminuzione del lavoro". Così Diego, sindacalista Fismic di Mirafiori. Le sue parole - così come quelle di chi lo ha preceduto - sono accompagnate e interrotte da fischietti, trombe da stadio e applausi a scena aperta. Il tutto sotto i balconi di Palazzo Civico, dove si tiene la manifestazione dei metalmeccanici Fismic.
"Se il Cambiamento significa promettere e non mantenere e vedere crescere i tavoli di crisi - prosegue Diego -, allora questo è il governo del Fallimento. Non ci sono strategie di lungo periodo, mentre noi non possiamo permetterci di rimanere indietro. E intanto aziende come Whirlpool, Pernigotti e Mercatone Uno sono abbandonate dalle istituzioni".
"Noi non siamo professionisti della protesta - dice Ivan, un'altra delle voci da piazza Palazzo di Città -, ma a differenza di tanti altri sappiamo cosa vuol dire timbrare il cartellino. E non siamo un branco di pazzi, però così non possiamo andare avanti".
"Chiediamo un cambiamento, per una situazione economica che non ci piace - prosegue Di Maulo - e in questo salutiamo i compagni che in queste ore manifestano a Napoli, Firenze e Roma. La nostra piattaforma e la loro sono uguali, ma sono i loro segretari che non ci hanno voluti. La base però è unita, nonostante quello che pensano Landini e gli altri segretari". E dice ancora Di Maulo: "È la prima volta che scioperiamo per questioni non contrattuali, anche se siamo un sindacato autonomo. Visto il momento, è meglio stare lontani da partiti e movimenti. Ma fare politica vuol dire compiere scelte e assumersi delle responsabilità, tutti i giorni. Ma questo non è uno sciopero contro il governo, piuttosto vogliamo porre quelle che devono essere le priorità: il lavoro, le persone, le famiglie".