"Dopo la relazione di Banca d’Italia sullo stato della economia del Piemonte non prendiamoci più in giro. Finita l’epoca delle Giunte di sinistra che hanno condizionato i commenti del mondo associativo e della cultura di sinistra dominante. Torino e il Piemonte , salvo il cuneese, sono in declino rischiano la emarginazione. Da 20 anni cresciamo meno non solo delle aree forti europee o del Nord Italia, cresciamo meno della media nazionale". E' il commento di Mino Giachino sulla Relazione di Banca d’Italia sull'economia della nostra Regione.
"A vent’anni dal primo piano strategico di Torino che puntava tutto sulla cultura, sul turismo e sul loisi il mio settore della economia piemontese e’ queello della industria. Una industria però matura che si è rinnovata meno delle altre Regioni italiane. La economia piemontese non è andata a fondo solo grazie all’aumento delle esportazioni ma ha pochi investimenti esteri e soffre della mancanza di collegamenti infrastrutturali verso la Francia. Entro l’Estate si gioca la partita dello sblocco dei Cantieri lato Italia della TAV ,della Asti-Cuneo, della Ativa. Occorrerà un nuovo rapporto con la FIAT perché le scelte degli Eredi Agnelli avranno un impatto importante so destino industriale del Piemonte".