Levata di scudi, sul mondo social, a contrastare il tweet pubblicato martedì 20 agosto dal consigliere regionale laziale Davide Barillari, eletto nelle fila del Movimento 5 Stelle. Bersaglio del politico pentastellato – già sotto i riflettori della cronaca per la sua personale crociata che vede la politica in contrapposizione alla scienza –, l’industria albese Ferrero, accusata di sfruttare i lavoratori. Da qui, l’invito del grillino a boicottare la multinazionale dolciaria, da anni ai vertici mondiali tra i brand che si contendono la migliore reputazione e affidabilità al mondo. Senza contare che – sul fronte dell’attenzione ai lavoratori – il welfare aziendale è da sempre uno dei fiori all’occhiello della Ferrero, con sostanziosi premi di produzione distribuiti ogni anno.
“Nutella, buona. Poi scopri che il fatturato Ferrero è di 10,7 miliardi e condanna i lavoratori alla fame (15 euro al giorno di paga). Io non compro più nessun prodotto che calpesta i diritti dei lavoratori!”, aggiungendo hashtag che invitano al “consumo critico”, al “boicottaggio” e alla “responsabilità sociale”.
Non sono tardate le repliche, giunte a decine, da parte dei dipendenti stessi dell’azienda così come da numerosi Albesi, e dai fan della Nutella. C'è chi fa notare come 15 euro, moltiplicato per 22 giorni lavorativi, faccia 330 euro mensili. Cifra inferiore a quella promessa con il reddito di cittadinanza. Tra le repliche via social, anche quella "illustre" di Roberto Burioni, medico con il quale il consigliere a 5 stelle ha intrapreso una personale battaglia sul tema dei vaccini. “Barillari lascia perdere le balle sui vaccini e se la prende con la Nutella. Ha in odio tutto quello che migliora le nostre vite”.