Il mondo industriale piemontese dà i voti alla manovra di governo. E lo fa per voce di Fabio Ravanelli, presidente regionale di Confindustria. A cominciare dal tema al centro del dibattito: il taglio del cuneo fiscale. La differenza, cioè, tra il lordo in busta - quello che pagano le aziende - e quello che arriva effettivamente nelle tasche del lavoratore. "Sono d'accordo - dice il numero uno degli industriali sabaudi - anche fatto a tutto vantaggio del lavoratore, ma va diretto solo a certe categorie di lavoratori dipendenti per renderlo più efficace a livello macro nello stimolare i consumi, altrimenti si rischia un effetto Bonus Renzi".
Quello che anche il Piemonte vuole vedere, però, è il rischio di aumento dell'Iva scongiurato. "Deve essere tolto dal tavolo". Mentre sull'uso delle carte incentivato rispetto all'uso del contante, Ravanelli ammette di essere d'accordo, "soprattutto per creare il conflitto d'interessi fra il percettore del denaro e chi paga, quindi rendendo detraibile, ad esempio, la fattura dell'idraulico. Su questo il governo andrebbe nel verso giusto".
E nel pieno periodo di Greta, è impossibile non pensare alla sostenibilità e al futuro del pianeta. "Il Green New Deal è fondamentale: da questo dipende il futuro del mondo. Dobbiamo però essere in grado di coniugare un atteggiamento sempre più sostenibile con anche quelle che sono le esigenze produttive".
Molto piemontese, infine, il destino dell'auto e del settore automotive nel suo complesso. Tra auto ibride ed elettriche e la transizione di un comparto che impiega milioni di lavoratori. "Non è possibile togliere completamente tutta la linfa a una filiera per affidarla a un'altra. Piuttosto si pensi ai fattori più inquinanti, come i vecchi sistemi di riscaldamento delle città".
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