È stata inaugurata in Barriera di Milano Sala Scicluna (via Renato Martorelli 78), un nuovo spazio polivalente per il teatro, la musica e la danza, nata da un’ex officina meccanica completamente ristrutturata grazie all’iniziativa di Katia Capato, direttrice artistica di Nuove Cosmogonie Teatro, e al patrocinio della Circoscrizione 6.
Lo spazio, inserito in uno dei quartieri più multietnici di Torino, si propone come crocevia di popoli e linguaggi artistici differenti, aperto allo scambio di tradizioni e saperi, alla ricerca, alla sperimentazione.
“Vorrei diventasse una vera ambasciata delle arti, inserendosi nel nuovo orientamento di sviluppo della città, da industriale a polo culturale”, spiega Capato. “Ho voluto dedicarla alla memoria di mio marito, Joseph Scicluna, attore e drammaturgo maltese, mancato nel gennaio 2017 per una grave leucemia. La mia vita era letteralmente rasa al suolo, dopo la sua scomparsa, ma poi mi sono risollevata credendo fortemente in questo sogno. Ho frequentato un corso di formazione di avviamento all’impresa grazie al progetto Trapezio dell’Ufficio Pio, e poi è nata una strettissima collaborazione con la comunità rumena della zona, che mi ha supportato in tutte le fasi del progetto”.
Il cartellone artistico per il 2019/20 è in fase di costruzione, e sono tante le realtà culturali che al momento gravitano attorno a Sala Scicluna. Dall’Unione Donne del Terzo Millennio alle associazioni Le Parole e Insieme Onlus, che si occupa di disagio psichatrico. E, ancora, il gruppo musicale I Nuovi Cantastorie, gli attori coinvolti nel Romania Project e l’artista cileno Vicente Cabrera.
La stagione vedrà una mescolanza di folklore e suggestioni multietniche, tra danze, canti, cibo e performance drammatiche, creando nuove forme di convivenza innescate dal motore dell’arte scenica. E, accanto alla bellezza performativa, non mancherà l’attenzione al sociale, affrontando temi di forte attualità come il disagio giovanile e la violenza di genere.
“Il nostro desiderio – aggiunge Capato – è di far uscire la periferia dal suo isolamento. Abbiamo avuto una grossa opportunità lo scorso anno con Terra Madre Salone del Gusto, che ha coinvolto Nuove Cosmogonie nella rassegna off nei quartieri della città. Ora vorremmo che questa sala fosse davvero aperta a tutti e il linguaggio artistico si facesse traghettatore di un sentire comune”.
A inaugurare la stagione, questa sera, uno spettacolo inserito nel progetto “Looking for common roots – Alla ricerca di radici comuni”, già varato nel 2018. Dall’incontro del teatro con alcuni cittadini di Greci, in Romania, residenti in Barriera di Milano, è nata una performance originale e spontanea, che unisce l’esperienza umana e professionale al clima di reciproco scambio e condivisione, raccontando la storia della popolazione grecena che accolse, tra fine Ottocento e Novecento, tanti mastri pietrai italiani provenienti dal Friuli in cerca di lavoro.
Tra gli altri appuntamenti in programma, “Gli orchi”, il 23 e 24 novembre, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che mette al centro, tra le varie fonti, “Lo stupro” di Franca Rame, icona simbolo della resistenza culturale al fascismo; alcune letture da “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile il 13 dicembre; l’omaggio alla Giornata della Memoria con “Com’è difficile morire”, il 25 gennaio 2020; la conferenza di Fernando Mastropasqua, docente di Storia del Teatro, l’8 febbraio, che presenterà il libro “Un teatro di pezzenti. Vaghi pensieri sulla commedia dell’arte”; fino a “Variazioni sulla libellula”, serata di poesia dedicata ad Amalia Rosselli, morta suicida nel 1996, dove ne verrà ripercorsa la produzione grazie a quei versi testimoni di un’indole schizofrenica, fragile, paranoide, eppure anelante la libertà e la leggerezza.
Per informazioni: www.nuovecosmogonieteatro.com