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Attualità | 19 gennaio 2020, 07:00

C’erano una volta Valentino e Valentina: il molo dei Murazzi cade a pezzi [FOTO e VIDEO]

Sporcizia ovunque, strutture rotte e sporche. Ai Murazzi trionfa il degrado: dove avevano luogo le crociere sul Po, il tempo sembra essersi fermato

C’erano una volta Valentino e Valentina: il molo dei Murazzi cade a pezzi [FOTO e VIDEO]

Se si chiudono gli occhi, sembra di vederli ancora in servizio: Valentino e Valentina, i battelli del Po, intenti a trasportare turisti lungo il fiume. I ticket acquistati presso la biglietteria dei Murazzi, un felice via vai di persone che, grazie a questo servizio, potevano ammirare la città da un punto di vista unico. Quello del Po. La realtà è però oggi ben diversa: nel molo fango, macerie, bottiglie e ogni genere di sporcizia la fanno da padrone.

Un’immagine desolante. Il tempo, nella zona dei Murazzi più vicina a corso Vittorio Emanuele II, sembra essersi fermato al novembre del 2016. Il naufragio di Valentino e Valentina, per il momento,  ha spinto Gtt a non investire più sulle crociere lungo il Po. L’azienda, in realtà, ha fatto sapere di aver tutto l’interesse a riprendere la navigazione sul fiume, senza però esprimersi su costi e tempistiche. Ecco perché, al di là delle parole e delle buone intenzioni, il molo è oggi un luogo spettrale.

La volontà è quella di cercare barche più piccole e leggere, considerate maggiormente compatibili con il tipo di attività e il luogo. Ai Murazzi, purtroppo, ogni anno l’acqua alta rende difficile qualsiasi tipo di attività: la paura che un’alluvione possa vanificare sforzi e investimenti è concreta. I segni del fango che ricopre la struttura, d’altra parte, sono un campanello d’allarme non indifferente.

Di certo, in attesa che Comune e Gtt decidano di rilanciare una volta per tutte il molo dei Murazzi, lo spettacolo offerto dall’ex attracco di Valentino e Valentina è desolante. Fango, abbandono e degrado a due passi dal centro di Torino. Un monopattino elettrico, parcheggiato proprio lì davanti, sembra osservare la situazione paradossale: futuro e innovazione a pochi metri dall’abbandono di un luogo storico per tanti torinesi.

Andrea Parisotto

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