"Questa sera volevo parlarvi di un tema che ritengo sia estremamente importante e forse, a questo punto, anche urgente. Nelle ultime ore, in città, si sono verificati alcuni fatti gravi". Inizia così il messaggio video che la sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha pubblicato questa sera sul suo profilo Facebook.
L'urgenza sottolineata da Appendino riguarda la 'caccia all'untore' che si sarebbe scatenata in città. "Mi sono giunte diverse segnalazioni - dice la sindaca - di persone che mentre transitano per strada vengono invitate a tornare a casa con tono aggressivo o, peggio, insultate, da persone affacciate al balcone. In un caso è stato segnalato il lancio di gavettoni. Le segnalazioni, peraltro, sono giunte da persone che si stavano recando a lavoro a piedi, in un caso, poi, da un’impiegata di un supermercato. Inoltre i commenti in rete sono letteralmente invasi di persone che hanno messo in piedi una vera e propria caccia a presunti untori".
La sindaca invita alla calma: "Vi renderete conto da soli che si tratta di comportamenti irresponsabili, del tutto inaccettabili. Non può e non deve partire per alcun motivo una assurda caccia all'untore. Come vi sentireste se poi scopriste che una di queste persone è un medico o un infermiere o un vigile che entra in servizio? Mi chiedo, è davvero di questo che abbiamo bisogno in questo momento?".
"Ci facciamo forti cantando dal balcone il nostro Inno nazionale. Quello stesso Inno che ci chiede di “stringerci a coorte”, in gruppo. E che individua la debolezza proprio nell’essere divisi", prosegue Appendino. "Vi chiedo a cuore aperto. Non lasciamo che questo virus ci imbruttisca. Non lasciamo che oltre a dividerci fisicamente ci allontani dall’essere comunità, dall’essere umani. Non lasciamoci contagiare da un altro virus: quello della rabbia".
"Volete fare delle segnalazioni? Grazie, ci sono utili, ma fatele alle Forze dell’Ordine e alla Polizia Municipale. Appellatevi a loro ed esclusivamente a loro. Stanno facendo un lavoro straordinario, senza risparmiarsi presidiando le nostre strade, piazze e parchi. È già difficile così, senza necessità di ulteriori ostacoli posti da noi. Abbiamo di fronte a noi un virus molto pericoloso, mortale, che ci espone a immagini profondamente dolorose, come quelle che arrivano da Bergamo e che potrebbero arrivare da altre città. Restiamo uniti, conserviamo il rispetto, conserviamo lo spirito di comunità. Quando supereremo questo momento - perché lo supereremo - ne usciremo tutti più forti. E più uniti".