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Politica | 02 luglio 2020, 11:08

Centri diurni disabili, a Torino riaperture a rilento per i tamponi

D'Errico (Anfass) lancia l'allarme:"Con attuali regole soddisfiamo solo il 50%-70% delle domande: mancano spazi, ma anche risorse"

Centri diurni disabili, a Torino riaperture a rilento per i tamponi

Test sierologici e tamponi, controllo dello stato di salute ogni giorno prima dell'ingresso e poi all'uscita, distanze di sicurezza in tutti gli ambienti, gruppi piccoli al massimo da 5 persone e nessuno scambio di oggetti. Sono queste alcune delle regole con cui potranno riaprire in Piemonte i centri diurni per persone con disabilità, ma le tempistiche per la ripresa della attività non si annunciano così brevi.

Come emerso questa mattina in Commissione Servizi Sociali, su richiesta della consigliera del Pd Elide Tisi, lo scoglio principale risultata essere quello dei tamponi, le cui tempistiche sono incerte.

“Durante il lockdown – ha chiarito l’assessore ai Servizi Sociali Sonia Schellino – non c’è stata una chiusura totale dei centri: un terzo sono rimasti aperti. Lo scorso 23 giugno abbiamo scritto alle cooperative, per dare indicazioni sulla presentazione delle proposte per la riapertura:  il 25 abbiamo convocato la prima commissione di esame, in collaborazione con l’Asl” . “Dovremo fare attenzione perché, per garantire un maggior distanziamento tra le persone, i progetti potrebbero avere un po’ di ore in meno. Sappiamo che le famiglie sono in grande sofferenza. Noi cerchiamo di dare risposte a tutti, fermo restando che le regole -come quelle dei tamponi - non possono essere superate” ha concluso Schellino.

A Torino sono attivi circa 90 progetti di centri diurni per disabili. Di questi 60 offrono servizi semiresidenziali, a cui se ne aggiungono altri nove specialistici per adulti e minori: nel capoluogo sono coinvolti circa mille utenti. Realisticamente nelle prossime settimane un po’ più del 50% riprenderà a frequentare i centri diurni disabili, con la necessità di effettuare tra i 500 e i 700 tamponi, tra ospiti ed operatori. Il Comune ha ricevuto già 19 proposte progettuali: la metà di queste sono già state esaminate.

Un invito a velocizzare le tempistiche per la riaperture dei centri è arrivato dal Presidente Anfass Torino Giancarlo D’Errico, che ha voluto lanciare un allarme. “Con le attuali regole – spiega – soddisfiamo solo il 50%-70% della domanda: l’oltre 30% che manca non è legato solo all’esigenza di spazi più ampi, ma anche al fatto che abbiamo esaurito le risorse”. “Ci saranno molte persone che rimarranno senza assistenza: avevamo chiesto di usare la fase estiva per sperimentare. Chiediamo di cominciare ad attivare in fretta i centri e capire quali risorse andranno rese disponibili da settembre perché si torni al 100% delle prestazioni” ha concluso.

Cinzia Gatti

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