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Economia e lavoro | 05 luglio 2020, 06:14

La casa batte il virus. Fiaip Piemonte: “Domanda in crescita del 10%; 3 su 5 vogliono il giardino. Prezzi stabili”

Riapertura dal lockdown, nuove esigente trainano il mercato: chi va a vivere da solo, chi decide di convivere

La casa batte il virus. Fiaip Piemonte: “Domanda in crescita del 10%; 3 su 5 vogliono il giardino. Prezzi stabili”

Il mercato immobiliare regge al virus. A due mesi dalla ripartenza dopo il lockdown per il Coronavirus, il mattone in Piemonte è in ripresa. “Nei mesi di maggio e giugno la domanda registrata è in crescita, anche del 10%, rispetto al pre pandemia”, spiega Paolo Papi, presidente di Fiaip Piemonte (Federazione italiana agenti immobiliari professionali).

“Questa accelerazione era prevedibile – aggiunge - a contribuire allo slancio, ci sono le trattative lasciate in sospeso ai primi di marzo, cui si sommano le nuove richieste”. Nonostante la crisi innescata dal virus, la compravendita tiene e le rilevazioni raccolte dalla Fiaip mostrano uno sprint sorprendente e omogeneo in tutte le province piemontesi (Asti, Alessandria, Vercelli, Novara, Biella, Cuneo, VCO, Torino). Con l’isolamento, la voglia di casa non si è spenta. Anzi la consapevolezza del suo valore ha modificato la domanda, spingendo le scelte abitative verso giardini e terrazzi

“In media in tutte le province piemontesi, su cinque nuove richieste, tre riguardano case e villette con giardino, cortile o terrazzo”, aggiunge Papi. In alcune aree, il 75% delle nuove richieste si riferisce a case indipendenti. “Le manifestazioni di interesse – specifica il presidente - superano il 20%, chi poi si instrada verso l’acquisto è circa la metà”. “Lo slancio della ripartenza del settore immobiliare – commenta - fa ben sperare per la tenuta del mercato e dimostra come il comparto sia una leva importante per l’economia generale. L’andamento dei prossimi mesi dipenderà dal sistema Paese, dalla capacità attuativa delle misure di Governo nel destinare la liquidità annunciata alle piccole e medie imprese. I conti – conclude il presidente regionale - si fanno a fine anno e solo allora si potrà pesare l’impatto dello stop legato al virus”.

La sostituzione della prima casa resta sempre in testa alla domanda immobiliare, complice il credito con tassi tra i più competitivi in Europa. Sorprende, nei mesi di maggio e giugno, la crescita della quota di giovani in cerca di un’indipendenza abitativa dai genitori, motivata probabilmente dal periodo di reclusione tra le mura domestiche. Da una parte si individuano single decisi a vivere da soli, dall’altra ci sono giovani coppie che iniziano una convivenza, dopo il forzato allontanamento. Si rintraccia anche qualche caso di coniugi o conviventi che, al contrario, hanno deciso di separarsi e vivere ognuno per conto proprio.

Aumenta il numero di chi vuole cambiare casa per mutate esigenze. “I bisogni, dopo i mesi di lockdown, sono cambiati e molti chiedono metrature più ampie e spazi più vivibili per lavorare in autonomia o in smart working”, spiega Aurelio Amerio, presidente di Fiaip Torino. “Si tratta di un’evoluzione del mercato – aggiunge- che può distribuire la domanda abitative in zone fino a oggi meno richieste, andando a rivalutare aree semi centrali e della prima cintura dei capoluoghi di provincia”. I prezzi degli immobili sono stabili. “Non si registra una svalutazione del residenziale, quindi chi ha intenzione di vendere la propria casa per comprarne una nuova, va incontro a buoni affari”, spiega Amerio. La tenuta dei valori riguarda l’intera regione. “Nel torinese non si parla di impennata di villette i cui costi sono elevati, ma di una crescente domanda, anche del 15% di quadrifamiliari e bifamiliari, decisamente più accessibili nel prezzo. Le zone sono nella prima cintura, Orbassano, Rivalta, Settimo, Borgaro, Rivoli”, specifica Lucia Vigna, vice presidente di Fiaip Torino.

Diversamente il settore commerciale, fatto di negozi e uffici, mostra segnali di sofferenza. “C’è una contrazione dei valori sia per le locazioni, sia per le vendite - spiega -. È un comparto penalizzato – aggiunge- che subisce le ricadute peggiori della crisi seguita alla serrata. Numerosi negozi non hanno riaperto o hanno dismesso locali e attività. La domanda si è spenta e chi vuole vendere ha due soluzioni: attendere o svendere. Una crisi che colpisce duramente le città più grandi e meno i centri urbani di piccole dimensioni”.

comunicato stampa

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