Una degenza piuttosto lunga, che tarda a far vedere miglioramenti dello stato di salute. Il turismo, dopo il Covid, non è ancora tornato "quello di una volta". E a soffrirne sono (anche) le tante aziende del comparto artigiano. Solo in Piemonte, tra micro, piccole e medie, se ne contano 14.271, di cui oltre 7.400 solo nel Torinese. Cifre cui si aggiungono altri servizi come i taxi, che in tutta la regione sono 1876 e che hanno visto scendere i giri dei loro motori in maniera significativa. E' il quadro che emerge osservando trasporti, ricettività, ristorazione, agroalimentare, servizi turistici, benessere, intrattenimento, attività ricreative e culturali, ma anche artigianato artistico, abbigliamento e calzature: si tratta di circa il 12% delle circa 117.00mila realtà artigiane del Piemonte
E' l'effetto pandemia?
“Le piccole e medie realtà cominciano a percepire gli effetti economici, diretti e indiretti, della paura da Coronavirus, con la conseguente contrazione del giro d’affari – commenta Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino – e sono fortemente preoccupato per le conseguenze dell’onda lunga che il virus potrà avere sull’economia del nostro territorio”.
Qual è il polso della situazione?
“Dai nostri associati continuiamo a ricevere quotidiane segnalazioni di rallentamenti o assenza di ordinativi, o della mancanza di clienti, soprattutto da quelle attività artigianali legate al turismo”.
Un caso particolare sono i taxisti e i trasporti.
“La crisi è profonda e stratificata. I taxisti vedono, per esempio, diminuite le chiamate da parte degli anziani che si muovono poco, per settimane le visite ospedaliere sono state sospese. Anche lo smart working ha penalizzato il trasporto privato: le grandi fabbriche, gli uffici hanno azzerato le riunioni di lavoro, optando per i collegamenti in remoto. Di conseguenza non c'è più la necessità di spostarsi".
Cosa chiedete alle istituzioni?
“E’ necessario mettere in campo qualsiasi iniziativa per rilanciare l’artigianato locale, mettere al centro della proposta turistica la “piccola” bottega per valorizzare l’autenticità e le bellezze dei nostri territori. Insomma occorre lavorare per scongiurare una possibile fase di “recessione” del nostro territorio. Le aziende chiedono una attenzione straordinaria verso ciò che sta accadendo e interventi concreti per limitare i danni, se contro la paura non è possibile agire direttamente, al contrario si può intervenire per limitare gli effetti negativi sul rallentamento delle attività e della logistica”.