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Sanità | 23 luglio 2020, 12:28

Emergenza covid, come la telemedicina ha ridotto i disagi per i pazienti affetti da diebete

Come e perché può rappresentare una risora per il futuro, il tema discusso durante un convegno online di Motore Sanità

Emergenza covid, come la telemedicina ha ridotto i disagi per i pazienti affetti da diebete

Come la telemedicina ha ridotto i disagi nei percorsi di cura dei pazienti affetti da diabete durante l'emergenza covid-19 e perché può rappresentare una risorsa per il futuro? Di questo è stato parlato durante il convegno online organizzato da Motore Sanità (associazione impegnata nel settore della divulgazione scientifica), con il contributo incondizionato di Lilly e Omnidermal, dal tema "Gestione delle malattie croniche nell'era post Covid-19, l'esempio del diabete".  

"Oggi a livello mondiale muore più gente per troppo cibo che per scarsezza di cibo e il diabete è una delle malattie più importanti e più subdole. Al diabete c'è una predisposizione genetica, ma poi l'obesità, i cibi troppo raffinati e l'eccesso di zuccheri possono scatenare il diabete di tipo due che può portare addirittura alla morte. Il 5,4% della popolazione italiana - quindi 3.000.000 circa di cittadini - ha il diabete di tipo due, ma è un dato sottostimato perché molti sono diabetici e non sannodi esserlo", ha spiegato Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità.

"Il covid-19 sta mutando il sistema con il quale dobbiamo curare la gente, soprattutto chi è affetto da malattie croniche. Noi dovremo tenere il più possibile a casa i nostri pazienti, dovremo usare la telemedicina e il teleconsulto, dovremo fare in modo che esistano delle strutture territoriali fatte da medici e infermieri che, andando a casa del paziente, controllino il suo stato di salute e soprattutto l'aderenza terapeutica, ovvero il fatto che il paziente prenda in maniera corretta le medicine. Il gap tecnologico può essere superato anche con un semplice smartphone tramite il quale si può fare un teleconsulto. Se il medico capisce che qualcosa non funzione, naturalmente si andrà a domicilio e poi se necessario in ospedale", conclude Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità.

"Questi mesi della fase uno del Covid-19 hanno creato non pochi problemi alla popolazione diabetica piemontese. Noi assistiamo al rientro di pazienti spesso scompensati perché molti hanno interrotto le terapie, cosa che può lasciare una cicatrice. È importante dunque che i pazienti siano esortati a seguire correttamente le terapie", ha spiegato durante il convegno Carlo Bruno Giorda, Responsabile SC Diabetologia ASL TO5 e Coordinatore Rete Diabetologica Piemonte.

"La rete endocrina diabetologica ha reagito alla pandemia con notevole entusiasmo verso la telemedicina. Ha gettato il cuore oltre l'ostacolo perché anche se non esistevano direttive specifiche si è iniziato a cercare di seguire i pazienti in modo telematico, prima con il telefono, poi con il tablet e con skype. I risultati sono stati buoni perché si è riuscito a sopperire a esigenze immediate, come la prescrizione dei piani terapeutici", continua Giorda, "La telemedicina ci permetterà di avere un distanziamento sociale efficace, una gestione dei tempi più ragionata ed è gradita dai pazienti. Noi abbiamo visto una grande collaborazione familiare sul fronte della tecnologia che ci ha permesso di avere una comunicazione telematica anche con chi non è a suo agio con la tecnologia". A inizio luglio la Regione Piemonte ha approvato una DGR sulla telemedicina in Piemonte.

"La telemedicina cambia il lavoro della diabetologia, ma non lo diminuisce. Abbiamo subito notato l'effetto call center con un bombardamento di richieste via telefono, mail o whatsapp. Il personale si trova la sala d'aspetto vuota, ma un sacco di lavoro che deve metabolizzare in un secondo tempo. Non tutto sarà telemedicina, ma un 50% circa", continua Giorda che poi conclude: "La telemedicina è fondamentale per risolvere il problema dei piani terapeutici. La chiusura delle prenotazioni delle visite non urgenti in tutti i CUP delle AS regionali rende impossibile per questi pazienti contattare lo specialista per il rinnovo del piano terapuetico, con conseguente rischio di rimanere senza farmaco. Nell’ASL TO 5 si sperimenta la procedura per cui il medico di medicina generale segnala per mail la necessità del rinnovo, aggiunge eventuali dati clinici in modo che il servizio possa inviare, via mail protetta, il documento al medico. Non si scomodano i pazienti, non si sottraggono visite all’assistenza".

"Solo per il diabete parliamo di almeno 60.000 assistiti in Regione Piemonte. La necessità di snellire e semplificare con direttive regionali non è più differibile”.

comunicato stampa

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