Nonostante cassa integrazione, bonus, crediti di imposta e altri sostegni introdotti per tamponare gli effetti dell’emergenza pandemica, le famiglie piemontesi si troveranno ad avere oltre 1600 euro in meno nelle proprie "casse" rispetto al 2019. Un "tesoretto" bruciato dall'emergenza Covid, che finisce per pesare ancora di più sui consumi, che sono già calati di oltre 2500 euro (2517 per l'esattezza.
Sono i dati elaborati dall’Ufficio Economico Confesercenti, sulla base di elaborazioni condotte su dati Istat, Svimez e Swg. Non tutte le tipologie di lavoratori, però, sono colpite allo stesso modo: a soffrire di più sono i redditi dei lavoratori autonomi e dei dipendenti privati (quelli pubblici hanno maggiori tutele), che registrano flessioni rispettivamente del 13% e dell’11%.
I piemontesi hanno risposto a questa riduzione del loro reddito incrementando la prudenza. E fanno le formiche, aumentando il risparmio e praticando tagli anche drastici alla propria disponibilità di spesa: solo nel periodo febbraio-agosto 2020, il budget è sceso di 2.517 euro, pari al 5,3% (più della media nazionale di 2.304 euro, pari al 4%). Quasi mille euro in più della flessione registrata dal reddito.
I piemontesi hanno ridotto la spesa - fra l’altro - di 223 euro in abbigliamento e calzature; di 157 in mobili, articoli e servizi per la casa; di 210 in ricreazione spettacoli e cultura; di 230 in servizi di ristorazione; di 56 in prodotti alimentari e bevande analcoliche.
“Le misure messe in campo dal governo fino ad ora hanno evitato il peggio, ma è necessario continuare a intervenire a sostegno delle imprese e delle famiglie”, commenta Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti.
“Il lockdown è finito, ma la ripresa non è ancora iniziata. L’emorragia di reddito dei lavoratori autonomi e dei dipendenti privati, pur attenuata in quest’ultimo caso dalla Cig, dimostra le persistenti difficoltà delle imprese e, di conseguenza, del mondo del lavoro e delle famiglie. È quindi essenziale continuare a sostenere il tessuto produttivo, ottimizzando gli interventi a favore delle imprese e dando loro il tempo necessario per gestire questa fase transitoria. Successivamente, occorrerà puntare ad interventi strutturali, affinché la ripartenza dell’economia, di cui si scorgono timidi segnali, cominci a manifestarsi in modo più robusto. L’annunciata e auspicata riforma fiscale e un buon utilizzo delle risorse del recovery fund saranno decisivi in questa direzione. Va sottolineato che, purtroppo, il dato piemontese è più negativo della media nazionale: dunque nell’emergenza nazionale c’è ‘un’emergenza Piemonte’ che va affrontata con misure ancor più incisive e immediate”.