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Economia e lavoro | 01 ottobre 2020, 19:25

I lavoratori del Caat di Torino rilanciano: “Se la situazione non cambia bloccheremo il mercato”

Prosegue la mobilitazione dei 14 dipendenti della Effevi/Ramondo lasciati a casa dopo l'ultimo cambio appalto: "È fittizio, dietro ci sono gli stessi padroni che guadagnano sulle nostre spalle"

I lavoratori del Caat di Torino rilanciano: “Se la situazione non cambia bloccheremo il mercato”

"Se la situazione non cambia bloccheremo il mercato": alzano la posta i lavoratori del Caat Centro Agroalimentare di Torino che, questa mattina, hanno inscenato l'ennesimo presidio di protesta davanti all'Ispettorato del Lavoro di Via Arcivescovado.

La situazione è ormai nota da tempo e riguarda i 14 dipendenti (su un totale di circa 60, ndr) della Effevi/Ramondo lasciati a casa dopo l'ultimo appalto: “Si tratta - afferma Daniele Mallamaci di SiCobas – di un cambio fittizio tra aziende con nomi diversi ma gestite, a quanto ci risulta, dalle stesse persone”.

Il tutto, secondo il sindacato, peserebbe sulle spalle degli stessi lavoratori: “Per essere nuovamente assunti – prosegue Mallamaci – sono state poste delle condizioni peggiorative a operai con alle spalle vent'anni di lavoro passati a spostare tonnellate di merci durante la notte: considerati i nuclei familiari, la situazione riguarda una sessantina di persone circa. Visto il grande giro di affari, i padroni cercano di guadagnare in tutti i modi scaricando sui lavoratori ogni tipo di costo”.

In attesa di sviluppi, la promessa è quella di mobilitarsi a oltranza: “È surreale – conclude – che tutto accada alla luce del sole in una realtà di proprietà della Città di Torino e di altri enti pubblici: non abbiamo ottenuto nulla nemmeno dalla prefettura e dall'ispettorato del lavoro, mentre i nostri presidi sono sempre controllati da decine di poliziotti. Anche per questo motivo parteciperemo alla manifestazione di sabato 3 ottobre a Modena, se non avremo risposte si muoveranno i lavoratori”.

Marco Berton

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