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Sanità | 16 novembre 2020, 15:52

Nursind invia alla Regione un progetto su come utilizzare le tende militari in Piemonte

Il progetto prevede l'utilizzo delle due tende militari per l’accettazione di tutti i pazienti sospetti Covid da Pre-Triage. Intanto il Pd attacca: "Gli infermieri confermano tutti gli errori nella gestione della pandemia"

Nursind invia alla Regione un progetto su come utilizzare le tende militari in Piemonte

"Un “polmone” per abbattere il boarding eccedente nei DEA e garantire un distanziamento che non si è più in grado di mantenere nei nostri pronto soccorso". Il Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche, ha inviato alla Regione un progetto su come utilizzare le tende militari in Piemonte per fare fronte alla seconda ondata del coronavirus.

"Come è ormai noto a tutti purtroppo, nonostante gli adeguamenti fatti fin ora, moltissimi Ospedali in Piemonte sono strutturalmente incapaci di permettere la corretta separazione di percorsi distinti necessari a fronteggiare un evento pandemico di questa portata. Riteniamo che le tende dell’Esercito Italiano che, essendo strutture esterne agli ospedali,  potrebbero essere la salvezza di alcuni ospedali che non riescono a garantire il distanziamento dei sospetti in attesa di diagnosi e ci permetterebbero di creare quei percorsi che oggi mancano e di cui si parla da tempo", sottolinea Nursind.

"A tal proposito abbiamo inviato alla Regione un progetto che prevede l'utilizzo delle due tende militari per l’accettazione di tutti i pazienti sospetti Covid da Pre-Triage, (allettati, in carrozzina e/o autosufficienti), con lo scopo di ricreare una zona “grigia” dove, in sicurezza, inquadrare da un punto di vista diagnostico i pazienti e, dopo alcuni test di basso costo e breve durata, dare gli strumenti clinici per indirizzare il paziente sospetto verso il percorso Covid o Covid Free presente nelle maggior parte strutture sanitaria".

"Tutto ciò sarebbe possibile farlo attraverso l'utilizzo di minime risorse, già in possesso a molti presidi. evitando che lo stesso paziente sospetto stazioni per ore (o addirittura giorni) nei DEA, dove è diventato impossibile mantenere il distanziamento e la garanzia di percorsi separati".

Intanto, Il gruppo di lavoro di indagine sull’epidemia covid19 ha audito oggi le rappresentanze sindacali degli infermieri. "Le organizzazioni hanno innanzitutto lamentato una carenza di confronto e coinvolgimento che persiste anche in questa fase della pandemia: un tema tristemente ricorrente nelle interlocuzioni con le rappresentanze sindacali", fanno notare Raffaele Gallo, Domenico Rossi e Daniele Valle, Consiglieri regionali del Pd.

"Emerge in maniera significativa una disponibilità, oltre 500 unità, di personale OOSS e infermieristico in graduatoria per posti a tempo indeterminato (almeno nelle ASL di AT, CN, NO, AL), a cui però non si attinge preferendo soluzioni precarie consentite dalle normative eccezionali ora vigenti, a cui aggiungere quelle che sono trasformazioni di contratti interinali. Addirittura, in alcune aziende, le assunzioni a tempo indeterminato sarebbero inferiori rispetto a quelle degli anni precedenti. Un tema significativo, specie alla luce della competizione tra sistemi regionali e i sistemi pubblico e privato, per accaparrarsi personale: siamo dell’idea che occorra spingere sulle assunzioni con maggior decisione".

"Le organizzazioni sindacali si sono, infine, a lungo soffermate sulle difficoltà di accesso al tampone nel corso della prima ondata e sulla difformità, ancora presente, nell’applicazione dei protocolli di screening per gli operatori nella seconda ondata: alcune ASL e ASO non hanno ancora effettuato neanche il primo controllo previsto dal 3 settembre. Drammatica, inoltre, è la gestione della differenziazione dei percorsi, che, anche in questa seconda fase, non riescono separare quelli puliti da quelli sporchi. Mancano le aree grigie negli ospedali e sul territorio gli infermieri passano da servizi in contesti Covid, come le RSA dove vengono inviati, a servizi in contesti puliti, magari sul territorio".

"Occorre garantire al personale un accesso periodico e diretto ai servizi di diagnosi del Covid19, per garantire la sicurezza dei lavoratori e l’operatività del sistema ospedaliero e l’Unità di crisi deve farsi carico di verificare la puntuale applicazione delle sue disposizioni da parte delle aziende", concludono gli esponenti dem.

 

comunicato stampa

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