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Economia e lavoro | 09 dicembre 2020, 10:27

L'auspicio di Coldiretti: "Incentivare accordi di filiera per rilanciare la zootecnia piemontese"

Nella nostra regione la filiera bovina conta 800 mila capi e circa 7 mila aziende

L'auspicio di Coldiretti: "Incentivare accordi di filiera per rilanciare la zootecnia piemontese"

“Con i veri accordi di filiera può essere rilanciata la zootecnia piemontese messa a dura prova dalla pandemia che ha causato la chiusura del canale Ho.Re.Ca., dove la maggior parte dei tagli pregiati della nostra carne trovava sbocco, oltre che dalle speculazioni e fake news”. E’ quanto affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale a fronte della situazione che sta vivendo il comparto zootecnico Made in Piemonte, soprattutto quello dei bovini da carne.

Il Piemonte, per quanto riguarda la carne, detiene il primato in Italia nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane e la zootecnia riveste un ruolo di grande importanza per il tessuto economico regionale. La filiera bovina conta 800 mila capi e circa 7 mila aziende.

“Ci aspettiamo che l’agroindustria virtuosa, attenta alla valorizzazione dei prodotti del territorio, possa accogliere positivamente le nostre progettualità e la nostra apertura per dare concretamente la giusta remunerazione agli allevatori piemontesi che, nonostante le difficoltà del periodo, non hanno mai smesso di produrre cibo sano, genuino e tracciabile. L’emergenza globale provocata dal Coronavirus –concludono Moncalvo e Rivarossa - ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza".

"Bisogna, però, investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali. Per dare risposte concrete stiamo sondando, con la nostra struttura, più realtà territoriali e non che operano nel settore della trasformazione della carne per verificare nuove strade di commercializzazione della carne bovina piemontese, auspicando che l’«Oro Rosso», prodotto dalle aziende piemontesi, possa generare un volano anche per importanti marchi del settore agroalimentare”.

comunicato stampa

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