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Economia e lavoro | 10 dicembre 2020, 17:18

Pininfarina Engineering, iniziano scioperi e presidio permanente a Cambiano

Dopo l'ultimo incontro in Regione, sono anche 47 le persone per le quali non è stata fornita una soluzione. Intanto prosegue la vertenza Alcar Industrie: ieri nuovo vertice tra Torino e Lecce in attesa di offerte di acquisto. Botta e risposta Grimaldi-Chiorino in Consiglio regionale

Pininfarina Engineering, iniziano scioperi e presidio permanente a Cambiano

Scioperi e presidio permanente all'esterno dello stabilimento di Cambiano, che andrà avanti fino al 15 dicembre. Prosegue la protesta dei lavoratori della Pininfarina Engineering, ramo d'azienda di cui è stata annunciata a inizio novembre la messa in liquidazione e che dopo l'ultima riunione in Regione con azienda (sotto il controllo del gruppo Mahindra) e sindacati vede ancora estromessi da qualsiasi soluzione circa 47 lavoratori.

Ieri pomeriggio si è tenuta l'ultima assemblea con i dipendenti e da stamattina sono ripartiti gli scioperi, ma anche il presidio permanente fuori dai cancelli.

Intanto, nelle scorse ore si è consumata una nuova puntata di un'altra vertenza per il territorio torinese: quella di Alcar Industrie srl, che ha una delle sue sedi in bassa val di Susa.
In videoconferenza, si è tenuto il tavolo che vede il Ministero dello Sviluppo Economico a fare da garante. Una riunione convocata dopo le pressioni esercitate dai lavoratori e dai sindacati di Fim e Fiom di Torino e Lecce (dove c'è un altro stabilimento) in seguito agli incontri con le Prefetture territoriali.

Nel corso della riunione è stata rappresentata al Mise la complessa situazione aziendale. Il Ministero dello Sviluppo Economico per voce dei funzionari presenti all'incontro ha espresso la volontà a supportare la difficile situazione aziendale con l'impegno a salvaguardare i livelli occupazionali dell'intero perimetro di Alcar Industrie. La riunione verrà riconvocata entro il 7 gennaio con l'impegno di verificare e approfondire eventuali offerte che si dovessero concretizzare nelle prossime settimane.

“Erano 135 gli ingegneri coinvolti nella crisi della Pininfarina, che rischiavano di trovarsi senza lavoro, e ora i lavoratori in pericolo sono 117. Per loro le condizioni proposte dall’azienda sono del tutto insufficienti, rimandano a presunte aziende esterne non chiaramente identificate che dovrebbero inserire in organico i 2/3 degli esuberi ma senza alcuna garanzia contrattuale, per questo ho chiesto alla Giunta quali siano le reali intenzioni dell’Assessora al lavoro che al tavolo è presente ma, nelle ultime riunioni, è apparsa troppo silenziosa”, commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione a margine della trattazione della sua interrogazione in merito alla crisi del licenziamento di Pininfarina Engineering.

“Le intenzioni dichiarate dalla Giunta e dall’assessorato sono state dimostrate con i fatti. Il ruolo della Regione fino a oggi è stato tutt’altro che marginale – ha precisato l’assessore Elena Chiorino – la crisi aziendale prevedeva, inizialmente, garanzie lavorative solo per 50 dei 135 dipendenti con alte professionalità oggetto di licenziamento. Grazie al nostro intervento siamo oggi arrivati alla tutela di 70. Da quasi 45 giorni è in corso il confronto sindacale e, sebbene le procedure tradizionali prevedano che l’amministrazione regionale si inserisca come interlocutore una volta terminato questo periodo di trattativa tra le parti, la Regione, vista la delicatezza della situazione e il numero di lavoratori a rischio, ho deciso comunque di convocare un terzo tavolo regionale per il 15 dicembre”.

Questo nel tentativo di trovare un equilibrio tra le parti. “Qualunque tipo di accordo sia poi raggiunto, sperando ovviamente in un ritiro della procedura di licenziamento - ha concluso l’assessore - la Regione intende lavorare a misure cautelative da mettere in atto per tutte le aziende piemontesi e marchi storici oggetto, in futuro, di acquisizioni che spesso si rivelano poi essere bieche azioni di desertificazione del tessuto socioeconomico”.

Massimiliano Sciullo

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