Città che si espandono, infrastrutture che crescono e divorano il terreno coltivato. Sembra l'immagine del Ragazzo della via Gluck, ma quasi 55 anni dopo il brano di Celentano, l'allarme è sempre lo stesso. L'avanzata non si ferma. E a ribadire il problema è Confagricoltura Piemonte. In un anno, la nostra regione ha perso una superficie agricola pari a 311 campi da calcio.
“Edificazioni civili, opere pubbliche e nuovi insediamenti produttivi – chiarisce il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia - in trent’anni hanno eliminato il 20% della superficie agricola utilizzata per l’espansione delle città e delle infrastrutture, per il degrado delle aree periurbane e per l’abbandono dei territori collinari e montani”.
Il problema è aggravato dalla combinazione del degrado del suolo, dell’erosione e dei cambiamenti climatici che ridurrà sensibilmente i raccolti, se non si interverrà con determinazione. "Il suolo è un bene prezioso e non riproducibile - dicono da Confagricoltura - se si riduce la superficie destinata all’agricoltura diminuisce la possibilità di produrre cibo, mentre la popolazione mondiale aumenta e richiede sempre maggiori derrate alimentari".
L’anno scorso, in base alle rilevazioni dell’ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – si sono “persi” 21.400 chilometri quadrati sul territorio totale italiano. Questo significa che nel nostro Paese ogni giorno il suolo artificiale impermeabilizzato aumenta di 2 metri quadrati al secondo.
“Nella nostra regione – spiega il direttore di Confagricoltura Piemonte, Ercole Zuccaro - abbiamo consumato il 6,72% del totale nazionale, per una nuova superficie impermeabilizzata di 222 ettari. È una superficie imponente. Per rendere l’idea consideriamo che un campo da calcio, solo per quanto riguarda il terreno di gioco, ha una superficie di 7.140 metri quadrati: questo significa che nel 2019 in Piemonte abbiamo consumato una superficie pari a 311 nuovi campi da calcio”.
“Green Deal, Farm to Fork, la futura Pac, le politiche di coesione, il nuovo programma nazionale della ricerca, ma soprattutto il Recovery plan – conclude Allasia - sono le grandi opportunità da cogliere per salvaguardare e vitalizzare la risorsa suolo”.