Cittadinanza italiana per Patrick Zaki, giovane attivista per i diritti umani da dieci mesi incarcerato senza processo in Egitto, e cessazione delle forniture di armi al Paese nordafricano, laddove esista il rischio che possano essere usate per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario.
Lo chiede al presidente della Repubblica e al governo un ordine del giorno approvato oggi dal Consiglio comunale. Il documento, che ha raccolto l'unanimità dei voti, è stato presentato da Cinzia Carlevaris (M5S) e firmato anche dai consiglieri e consigliere Sganga, Buccolo, Paoli, Chessa e Versaci (M5S), Foglietta e Grippo (PD), Artesio (Torino in Comune).
“L'Italia – si legge nel documento approvato - non può permettersi, salvo contraddire la propria natura, di ignorare una così palese violazione dei diritti umani avvenuta a scapito di un giovane che aveva scelto il nostro Paese e la nostra Università di Bologna per formarsi”.
L'ordine del giorno sottolinea inoltre che “la Legge 9 luglio 1990, n. 185, che regola la vendita estera dei sistemi militari italiani, vieta le esportazioni di armamenti verso i Paesi i cui governi sono responsabili di accertate violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani”.
La sindaca Chiara Appendino ha pubblicato un post con una foto di Zaki: "Oggi il Consiglio Comunale ha votato per il riconoscimento della Cittadinanza Italiana a Patrick Zaki - ha scritto - Una voce della Città affinché la detenzione nelle prigioni egiziane termini il prima possibile e Patrick possa tornare in libertà, ai suoi studi, alla sua famiglia e ai suoi amici".
Il Consiglio comunale aveva già approvato un ordine del giorno per la liberazione di Patrick Zaki nel maggio scorso.