Una mamma su dieci ha lasciato il lavoro per seguire i figli rimasti a casa da scuola. E’ questo il dato allarmante che emerge dall’audizione di Unicef e Save the Children in Commissione consiliare a Torino: in Piemonte, causa Didattica a Distanza, l’11% delle madri ha dovuto rinunciare al proprio posto di lavoro per seguire i figli a casa.
A fotografare una situazione a dir poco allarmante è la dottoressa Erica Bertero, di Save the Children: “Il lockdown ha visto aumentare le difficoltà delle famiglie, tanto che il 43% esprime una forte ansia per la ripresa della scuola”. Tra i problemi più sentiti, come noto, la mancanza di supporti tecnologici che rende la Dad un vero e proprio incubo. Per stare vicini ai propri figli e garantire loro un supporto tecnico e morale, l’11% delle mamme piemontesi ha dovuto lasciare il lavoro.
In famiglia, quindi, oltre ai bimbi o ai ragazzi sono le madri a pagare il prezzo più caro dello stop alle lezioni in presenza. Una situazione che incide e non poco anche sulla vita quotidiana delle donne: “Le madri hanno risentito maggiormente per il bilanciamento degli impegni e hanno manifestato sintomi di stress e preoccupazione per i propri figli” ha affermato Marta Fiasco, di Unicef.
La scelta, per alcune famiglie, appare evidente: o lavorare o seguire i figli impegnati con la Dad. Per mitigare in qualche modo l’abbandono degli studenti, Save the Children, in collaborazione con l’Università di Torino, ha avviato il progetto “Volontari per l’educazione” per seguire i ragazzi a distanza in difficoltà ed evitare così il pericoloso fenomeno della dispersione.
"Mesi di dad stanno creando danni agli studenti e alle loro famiglie e in tanti dei nostri ragazzi stanno emergendo i primi segnali di difficoltà psicologica", ha commentato il consigliere comunale Silvio Magliano (Moderati). "La didattica a distanza non potrà mai sostituire quella in presenza, fatta di un rapporto diretto con gli insegnanti e con i compagni".