Ripensare il rapporto fra Sud e Nord Italia attraverso Carlo Levi e la sua opera. E' il nuovo viaggio su e giù per la penisola firmato Circolo dei lettori, in partenza martedì 22 dicembre, ore 17, con una tavola rotonda cui parteciperanno il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano, Giampaolo D’Andrea, consigliere per le relazioni istituzionali e sindacali di Dario Franceschini, Paolo Albano, presidente e fondatore dell'Associazione Letti di Sera, e il direttore Simona Bonito
Carlo Levi, nato a Torino il 29 novembre 1902, finissimo pittore e autore del capolavoro Cristo si è fermato a Eboli, è stato un intellettuale capace come pochi altri di sfuggire ai canoni, ai confini mentali, e agli stereotipi. Sempre aperto alla scoperta della bellezza nei luoghi che ha raccontato e ritratto, così come nell’umanità che li abitava, aveva sul mondo uno sguardo profondo ed empatico.
Arrestato per la sua attività antifascista nel 1934, venne mandato in confino l'anno dopo in Lucania, ad Aliano, in provincia di Matera, paesino arroccato sui calanchi che fu d'ispirazione per il suo romanzo più celebre.
L’incontro di martedì 22 dicembre (online sui social e sul sito del Circolo dei lettori) vuole essere il primo tassello di un progetto di ampio respiro, un invito a ripensare a livello sociale, culturale e umano il rapporto tra Sud e Nord attraverso l’esemplare parabola dello scrittore.
Tutta l’opera leviana, infatti, parte e arriva da un luogo, in un luogo. Cristo si è fermato a Eboli è un elemento di una sorta di trilogia di cui fanno parte Tutto il miele è finito, dedicato alla Sardegna e Le parole sono pietre, dove protagonista è la Sicilia. Ma anche L’orologio e Paura della libertà sono racconti che nascono da una geografia ben precisa, ragioni della scrittura stessa.
“Il Covid ci sta imponendo di avere uno sguardo più ampio sul presente, più pronto a un cambio di passo - dichiara il direttore del Circolo Elena Loewenthal -. Ripensare il rapporto fra Sud e Nord Italia, ma anche fra metropoli e campagna, fra costa e dorsali montane, è più che necessario, in questo presente. Carlo Levi può e deve diventare il metro con cui misurare le dinamiche del nostro Paese nella consapevolezza di un destino condiviso, fatto di uomini, idee, bisogni, sentimenti, attraverso un progetto integrato che parta da una riqualificazione dei luoghi leviani, tanto in Piemonte quanto in Basilicata, vada a una riproposizione delle sue opere letterarie e pittoriche. Sogniamo anche di riportare in mostra a Torino il suo meraviglioso telero Lucania, commissionato da Mario Soldati in occasione della grande Esposizione Internazionale del Lavoro, 60 anni fa”.














