/ Economia e lavoro

Economia e lavoro | 22 dicembre 2020, 07:00

Un'Europa senza leader e con poche idee

Bisogna ammetterlo: l'Europa è priva di ispirazione e manca di un qualunque pensiero politico strutturato.

Un'Europa senza leader e con poche idee

Mancano le idee, mancano i leader per realizzarle. A riportarlo la rivista di Geopolitica StrumentiPolitici.it che sottolinea come persino i soliti volti, quello rassicurante e sicuro di sè di Macron e quello determinato e affidabile della Merkel, vengono screditati un po’ alla volta dai mass media occidentali.

Secondo il giornale greco “I Kathimerini” nemmeno la Merkel è in grado trovare la strada verso il risanamento della costruzione sovrastatale europea, come mostrano i risultati sotto le aspettative raggiunti nei 6 mesi di presidenza europea detenuti dalla Germania e in via di scadenza.

La locomotiva continentale è in attesa di sapere chi prenderà quel posto di macchinista occupato da ben tre lustri da Angela Merkel. Se ne parlava in Italia già all’alba della pandemia, nel febbraio scorso, quando “Formiche” definiva il mondo politico tedesco “un cantiere in costruzione”, bloccato dal lungo regno di Angela.

L'americano “Time” la definisce “un’anatra zoppa” e nello stesso articolo si dedica a spiegare come il suo alleato Macron, volendo dare la leadership dell’agenda globalista alla Francia, le abbia invece tolto quella del Vecchio Continente, indebolendola e indebolendo l’Unione Europea. Certo, ci sono leader nuovi da mettere al posto di guida, ma non sono quelli graditi all’élite. Pensiamo a Viktor Orbán, premier ungherese, capo indiscusso del suo Paese e punto di riferimento per partiti e correnti politiche di diversi Stati membri dell’Unione Europea.

Ma questo non basta per farne un leader UE, perché le sue posizioni, pur condivise da milioni di cittadini europei, vanno contro con il pensiero dominante che esprime l’élite, impregnato di parole-chiave come multiculturalismo, politicamente corretto e tolleranza. Orbán non va bene nemmeno se ha restituito i pieni poteri che il Parlamento gli aveva affidato per la gestione dell’emergenza. Eppure già due anni fa lo storico francese Edouard Husson diceva che i governi di Germania e Francia erano finiti ormai in un vicolo cieco.

Inoltre metteva in guardia contro la mancanza di volontà dei vertici europei di restituire ai cittadini e alle associazioni di cittadini la reale possibilità di partecipare alla vita politica senza essere marginalizzati al ruolo di spettatori di decisioni prese nelle riunioni “a invito” o peggio ancora di “masse ignoranti”, qualora essi decidano di dare il proprio voto al candidato “sbagliato” - come avvenuto con Trump negli Stati Uniti. Secondo Husson, la situazione attuale somiglia all’inizio degli anni '80 del XX secolo, quando l’avvento di Ronald Reagan e Margaret Tatcher rappresentò una sfida al dominio socialdemocratico che durava da almeno un paio di decenni. Una sfida ideologica prima ancora che politica o economica.

All'Europa degli anni '20 del XXI secolo servono nuovi leader, magari di stampo conservatore, che indubbiamente siano espressi con pienezza dalla volontà popolare anche quando essa cozza prepotentemente contro quanto proposto con insistenza dai mass media occidentali.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium