Si sta concludendo un anno particolare per Paolo Montagna. Il sindaco di Moncalieri è stato rieletto a fine settembre con un voto quasi plebiscitario, che gli ha permesso di raccogliere il 65% delle preferenze, per come ha saputo gestire la città dal 2015, ma anche per come ha saputo affrontare l’emergenza Covid ha stravolto le vite di tutti. E poi c’è stata la vicenda giudiziaria, che lo ha visto protagonista con un avviso garanzia per falso ideologico, che gli è stato recapitato pochi giorni dopo il successo elettorale.
Che anno è stato questo 2020, sindaco Montagna?
“Surreale, dovendolo definire con un solo aggettivo. L’emergenza Covid è stata una esperienza unica e spero irripetibile, che ha messo a dura prova tutto quanto pensavamo di sapere su come gestire la città. Abbiamo concentrato ogni sforzo sulla gestione di questa emergenza durante l’anno, praticando uno slogan che avevamo lanciato in campagna elettorale ma che è diventato un obiettivo da perseguire ogni giorno: nessuno indietro avanti insieme”.
Che cosa le resta di questa esperienza, di questa battaglia che si sta ancora combattendo?
“Abbiamo attivato ogni azione possibile per stare accanto alla nostra città, una comunità che è stata duramente provata dal coronavirus. Ci sono stati quasi 150 residenti di Moncalieri che non ce l’hanno fatta, senza contare tutti i contagi e i problemi innescati dalla malattia. L’auspicio è di poter mettere alle spalle questa emergenza il prima possibile”.
Il 2020 è stato l’anno del Covid, ma anche quello della sua rielezione. Si aspettava un risultato tanto eclatante?
“Di queste proporzioni no. Sapevamo di aver riannodato i fili con la nostra comunità, avendo reso il palazzo comunale un luogo sempre aperto, che è stato capace di affrontare tutte le domande anche se non è stato capace di dare tutte le risposte. La forza di questo risultato straordinario accresce la nostra responsabilità: siamo ripartiti come avevamo finito, con la voglia di completare un viaggio iniziato cinque anni e mezzo fa, sapendo di avere ancora tante cose da fare e da realizzare”.
L’ospedale unico è sempre in cima ai suoi pensieri?
“Con la fine del 2020 arriverà la verità sulla adeguatezza dell’area di Vadò, che dovrebbe ospitarlo (secondo il programma stabilito dalla giunta Chiamparino ma stoppato dalla nuova giunta regionale di centrodestra, ndr) l’esito sulle verifiche fatte dal Politecnico è previsto proprio in questi giorni. Così sapremo la verità, dopo tante parole. Speriamo che nel 2021 si possano avviare i lavori per un nuovo presidio che l’emergenza Covid ha palesato in tutta la sua necessità, anche per chi inizialmente non ha creduto in questa battaglia che noi abbiamo iniziato nel 2015”.
L’anno che si sta concludendo ha visto anche Paolo Montagna protagonista di una querelle giudiziaria. Come si sente, dopo l’avviso di garanzia che ha ricevuto tre mesi fa?
“Chi ricopre incarichi pubblici deve mettere in conto di essere ogni giorno di essere sotto la lente di ingrandimento. Io mi assumo la responsabilità delle mie scelte, lo faccio sempre nell’ambito del rispetto delle regole. C’è una indagine in corso, di cui non posso ovviamente entrare nel merito, io aspetto e rispetto l’inchiesta, mentre vado avanti ogni giorno lavorando per il bene della mia città, come ho sempre fatto finora”.
Questa vicenda le ha fatto cambiare idea sulla giustizia?
“Assolutamente no, non ho alcuna ragione per cambiare quello in cui mi sono sempre riconosciuto. Aspetto modi e tempi delle verifiche in corso come qualsiasi cittadino”.














