Un "ufficio di quartiere" per limitare gli spostamenti, ma al tempo stesso per sottrarsi a una presenza forzata in casa che potrebbe trasformarsi in una prigione. E' un idea che - a Milano - rimbalza da qualche tempo. E che a Torino viene rilanciata dal segretario cittadino del Partito Democratico, Mimmo Carretta: "Niente sarà più come prima dopo questa emergenza sanitaria. Questo non è solo un modo dire, ma un monito: dobbiamo disegnare una nuova città, con nuovi orari, nuovi spazi, nuove opportunità per tutti. All’orizzonte, neanche troppo lontano, c’è il bisogno di una nuova normalità", scrive sul suo profilo Facebook.
E proprio guardando a Milano spiega: "Trovo interessante l'idea dell’ufficio vicino a casa lanciata dal Comune di Milano, che avrebbe un impatto positivo anche nelle nostre amministrazioni. L’«ufficio di quartiere», mi piacerebbe chiamarlo così, sarebbe un bel modo per cominciare a immaginare una nuova socialità. È possibile superare i limiti di un lavoro confinato nell'ambito domestico o nella routine non sempre ottimale dell’ufficio. Si può migliorare la qualità della vita e del lavoro introducendo l’opportunità di lavorare in luoghi accoglienti, che mettono al centro le persone non meno delle rinnovate esigenze dei cittadini".
"Possiamo immaginare anche a Torino un posto di lavoro vicino alla propria abitazione - conclude Carretta -. Dove? Nelle diverse sedi decentrate del Comune, ma anche come occasione per valorizzare le potenzialità dei centri d'incontro e delle bocciofile. Il “nearworking” sarebbe un primo passo verso la Torino “dei 15 minuti”. Una città nella quale la risposta ad ogni necessità sia disponibile entro poche centinaia di metri dalla vita di ognuno. Una città a portata di futuro, vivibile e sostenibile".
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