Il tempo delle decisioni è arrivato. Tra due settimane, entro fine gennaio, il Partito Democratico sceglierà il candidato sindaco da iscrivere alla corsa per le elezioni di Torino 2021 e lo farà con una decisione di partito, senza passare dalle primarie.
A porre la parola “fine” circa l’utilizzo dello strumento partecipativo è il segretario metropolitano, Mimmo Carretta: “Non viviamo su Marte, la situazione sanitaria è complicata: ci abbiamo sperato, ma i dati ci inducono sicuramente a mettere da parte lo strumento delle primarie in presenza. Resta l’online, certo. Ma ad oggi non è arrivato nulla che tranquillizzasse questo percorso”.
Ecco perché la scelta sarà politica, frutto di un confronto il più ampio possibile con gli iscritti al partito, con i parlamentari, con i consiglieri regionali, comunali, oltre a quelli di Circoscrizione: “Non voglio passare alla storia come il segretario che si è rifiutato di cogliere quello che gira attorno al partito e alla comunità. Chiedo a voi di esprimervi, questa è la sede giusta per farlo” ha ammesso Carretta durante una partecipata direzione Pd.
Due i favoriti per la volata finale: Stefano Lo Russo, attuale capogruppo del Pd, e Mauro Salizzoni, vice presidente del Consiglio regionale. Due figure diverse, una politica e una proveniente dalla società civile, diventato politico da meno di due anni. Sullo sfondo Enzo Lavolta, Gianna Pentenero. Sullo sfondo anche il civico Luca Jahier e il radicale Igor Boni. Il possibile rinvio del voto dopo l’estate, al momento, non viene preso in considerazione ma rimane un'opzione che non influenzerà la scelta del Pd.
Deluso inevitabilmente Enzo Lavolta: ”Già a settembre proponevo l’organizzazione di una consultazione in sicurezza. Mi sarei aspettato maggior coraggio e innovazione nell’affrontare anche questo delicato passaggio. Ho messo a disposizione strumenti e piattaforme operative e sicure”. “Credo di aver fatto tutto il possibile in questi mesi ad evitare che la scelta fosse figlia di una stanca liturgia. Sul metodo per ora prendo atto che tra il futuro e il confortevole passato si sia scelto il secondo. Serve più coraggio" conclude il consigliere del Partito Democratico.