L'Embraco come priorità da mettere sulle scrivanie del nuovo governo, un dossier da riprendere in mano e niente più tempo da perdere. E' quello che chiedono i dipendenti dello stabilimento di Riva di Chieri a Mario Draghi e lo fanno con una lettera firmata proprio davanti ai cancelli e spedita al neo-premier.
I riflettori, in particolare, sono accesi sulla difficoltà del progetto Italcomp (che coinvolge, oltre ai 400 dipendenti torinesi, anche i 300 lavoratori della ACC di Mel, in provincia di Belluno) e sulla ritrosia da parte degli istituti bancari a concedere liquidità al progetto nonostante le garanzie dello Stato. Il tutto, abbinato alla diffidenza che l'Unione Europea ha dimostrato nei confronti del progetto. "Ci appelliamo a lei perché possa fin da subito intervenire con prontezza e potrà far valere fin da subito le sue competenze", dicono a Draghi.
"I lavoratori hanno ormai raggiunto il limite della sopportazione - dice Edi Lazzi, segretario provinciale di Fiom Cgil -. E' necessario far decollare il progetto Italcomp, il territorio ha già pagato un prezzo altissimo in termini di crisi aziendali e perdita occupazionale".
"Oggi ho partecipato al presidio dei lavoratori ex-Embraco davanti ai cancelli del sito di Riva presso Chieri - commenta Jessica Costanzo, deputata del Movimento Cinque Stelle -. Questa vicenda può costituire il primo vero banco di prova per Mario Draghi, per le competenze e le conoscenze indiscusse che ha sul fronte bancario e per quanto da lui sempre sostenuto da Governatore della Banca d’Italia in merito alla necessità che le imprese fossero aiutate dagli istituti di credito in concorso con le garanzie statali".