Distanti nelle visioni politiche ma concordi nel ritenere un'urgenza quella di porre rimedio al problema dell'emergenza abitativa: la capogruppo di Torino in Comune Eleonora Artesio e la consigliera comunale di Forza Italia Federica Scanderebech hanno illustrato due ordini del giorno che trattano l'argomento dallo stesso punto di vista.
Un nuovo piano nazionale e più fondi per le case popolari
L'assunto principale di entrambi i documenti, infatti, è quello di ritenere opportuna una maggiore attenzione a livello nazionale: “In Italia - ha spiegato Artesio – l'investimento in edilizia residenziale pubblica è ridotto rispetto ad altri paesi europei e si è limitato ad operazioni di conservazione e manutenzione al di fuori di una politica organica: occorre risalire addirittura al piano Fanfani, negli anni '60, per trovare una programmazione pluriennale. Considerato il progressivo peggioramento della situazione sociale ed economica e l'insufficiente dotazione di patrimonio abitativo l'ordine del giorno impegna l'amministrazione nella richiesta di agire sia dal punto di vista legislativo che esecutivo”.
La convergenza di idee ha riguardato anche le proposte fatte: “Chiediamo - ha aggiunto Scanderebech – di inserire nell'ambito del recovery fund una sezione di bilancio dedicata che permetta di raggiungere la cifra di almeno 15 miliardi di euro in 5 anni per un piano nazionale di edilizia residenziale pubblica, a cui aggiungere i fondi ex GESCAL non ancora utilizzati”.
Schellino: “Per lo sblocco dei fondi GESCAL abbiamo sollecitato la Regione”
Grande apprezzamento è stato espresso dalla vice sindaca e assessora al welfare della Città Sonia Schellino, che a riguardo ha però espresso alcune considerazioni: “Qualsiasi - ha commentato – azione volta ad alzare l'attenzione sulla necessità di incrementare gli investimenti e il patrimonio immobiliare è la benvenuta. Per il riutilizzo dei fondi GESCAL, la Regione ha precisato che occorre attendere la rendicontazione di tutte le ATC; come Comune abbiamo sollecitato per dare la possibilità di usarli almeno ai Comuni che l'hanno già effettuata”.
Viste le similitudini tra i due ordini del giorno, nei prossimi giorni verrà valutata la possibilità di unificarli con l'adesione dei capigruppo.