Sono anni di profondi cambiamenti quelli vissuti dai servizi educativi torinesi. Basta confrontare infatti il 2015 con il 2020 per rendersi di conto di come sia mutato tutto: dalle sedi delle scuole alle assunzioni, passando per le domande di iscrizione.
Aumentate del 55,7% le assunzioni
Tra le note positive vi è senza dubbio il dato delle assunzioni: nei cinque anni di amministrazione Appendino, risultano assunti a tempo indeterminato 204 persone, di cui 87 educatori e 117 insegnanti. Di questi, ben 65 sono stati assunti nel 2021, per fronteggiare l’emergenza Covid. Numeri superiori a quelli che provengono dalla gestione Fassino: 131 i nuovi assunti a tempo indeterminato. Di fatto, si registra un aumento del 55,7% tra il vecchio e il nuovo corso.
Male le domande di iscrizione: su 6.863 posti, solo 5.591 richieste
Preoccupa e non poco invece la questione delle domande di iscrizioni pervenute per le scuole dell’infanzia per l’anno 2021/2022: a fronte di 6.863 posti, le domande presentate sono “solo” 5.591, con una differenza negativa di 1.051 richieste. Il Comune di Torino si ritrova quindi con troppi posti vuoti. Se nelle scuole comunali l’incremento è di 322 domande, drammatica è la situazione nelle statali (-703) e nelle convenzionate (-780).
Un saldo negativo motivato dal calo demografico, ma che rischia di portare alla chiusura nelle convenzionate di 30 classi di infanzia. Tra il 2015 e il 2020 risultano poi 10 in meno le sedi attive sul territorio torinese: si è infatti passati da 182 a 172, con meno nidi comunali privati e aziendali, ma più sezioni primavera attivate.
Nei nidi, pur diminuendo i posti (da 7.569 a 6.858), aumenta la percentuale sulla popolazione di riferimento, che passa dal 35,7% del 2015 al 39,2% del 2020: un altro segnale di come il calo demografico incida, ma che nelle scuole torinesi vi siano ancora posti a disposizione, sia come offesa pubblica che come offerta privata.