Avviare una campagna vaccinale nelle carceri piemontesi. E’ questa la richiesta avanzata dal partito Radicale, con un flash mob davanti alla Regione Piemonte.
A spiegare perché è fondamentale vaccinare i detenuti e gli operatori delle casi circondariali della regione è Sergio Rovasio, consigliere generale del partito Radicale: "Fino a oggi, nonostante le numerose richiese, non abbiamo avuto alcuna risposta su un piano prioritario di vaccinazioni all’interno delle carceri piemontesi". "Qualche giorno fa - spiega l’esponente radicale - c’è stato un focolaio molto grave nella casa circondariale di Asti, che ha riguardato sia detenuti che il personale che opera dentro il carcere. La garante dei detenuti, non la Regione, ci ha fatto sapere che in virtù di questa vicenda faranno dei vaccini ma altro non si sa".
Insomma, sui vaccini nelle carceri regna l’incertezza. Ed è per questo motivo che con eloquenti cartelli al collo, i Radicali hanno lanciato un messaggio al presidente Alberto Cirio: tutelare i carcerati e chi lavora in quel settore, troppo spesso bistrattato. "Per la vicenda Covid, i detenuti non possono incontrare i parenti. Hanno messo a disposizione degli apparecchi elettronici per collegarsi via web, ma è un sistema carente che limita la socialità con l’esterno", denuncia Rovasio.
"Sono condizioni che aggravano ancora di più una situazione già di per sé gravissima nelle carceri piemontesi. A questo bisogna aggiungere il sovraffollamento, la carenza di personale e di assistenza: ditemi voi se questo può definirsi un paese civile", conclude l’esponete del partito Radicale.