Un anno di cassa integrazione straordinaria. Termina così, per i 69 dipendenti, la vicenda della Ipb di Brandizzo, storica azienda che si occupa della costruzione di stampi per il settore dell'automotive.
Una vicenda che andava avanti già da un bel po': da qualche anno, infatti, Ipb faceva uso degli ammortizzatori sociali, ma la comunicazione di cessata attività è arrivata lo scorso 22 febbraio.
Alla base della decisione, avevano fatto sapere i sindacati di Fiom e Uilm, la "perdurante mancanza di ordini e delle conseguenti perdite economiche". "Siamo di fronte alla cessata attività di un’azienda che da mezzo secolo opera sul territorio in un importante settore come quello della filiera automotive e questo dimostra ancora una volta che, senza politiche industriali mirate a sostegno di un importante settore strategico per il nostro paese, si rischia l’emorragia di posti di lavoro, competenze professionali, insediamenti produttivi", commentavano Luca Pettigiani della Fiom e Leonardo Marconcini della Uilm, responsabili territoriali della Ipb.
Nel frattempo era partito anche un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento e sulla vicenda erano intervenute le istituzioni locali e regionali.
"Non si è potuta salvare l’azienda, ma sono felice che anche il nostro contributo e interesse da parte di Fratelli d’Italia di Chivasso, a tutti i livelli, abbia potuto rendere in parte questa Pasqua più felice per tutte le famiglie dei miei ex colleghi", il commento di Fabio Margarita, del circolo Fratelli D'Italia di Chivasso nonchè ex dipendente dell'azienda..