Condividere chilometri di strada e live al cardiopalma per poi ritrovarsi improvvisamente bloccati e inermi, ma senza mai perdere l'entusiasmo e la voglia di fare musica. La storia dei Dobermann, rockband torinese nata nel 2011 con all'attivo oltre 700 concerti in tutta Europa, affonda le radici nella Torino undergound che oggi invoca a gran voce il ritorno degli eventi dal vivo. Ma è anche l'emblema di una caparbietà dura a morire, quando in gioco c'è l'urgenza insopprimibile di imbracciare uno strumento, scrivere canzoni e pianificare il prossimo tour internazionale.
Paul Del Bello (voce e basso), Valerio Ricciardi (chitarra) e Antonio Burzotta (batteria) presentano il loro quarto album, in uscita l'11 giugno, Shaken to the core, nato dopo il primo lockdown negli studi del produttore Alessandro Del Vecchio e intriso di nuove e potenti sonorità, frutto di un songwriting raffinato che esprime consapevolezza e maturità artistica.
Li abbiamo intervistati pochi giorni dopo il lancio del primo singolo, Staring at the black road. Una scarica di adrenalina per tutti gli amanti del rock allo stato puro.