La ripartenza può aspettare. Dopo mesi d’asporto, i bar torinesi non sognavano di “ricominciare a lavorare” così. Basta fare un giro in centro o nelle zone residenziali per accorgersi di come la maggior parte dei dehors, questa mattina, sia infatti sostanzialmente vuota.
Chi non ha uno spazio all’aperto si era arreso già da settimane, mentre i baristi con la possibilità di avere un dehors avevano predisposto tutto alla perfezione: tavolini, ombrelloni, due piantine qua e là. Tutto inutile. A frenare la ripartenza, il maltempo. Vento e pioggerellina, uniti a un clima piuttosto freddo, hanno infatti scoraggiato i torinesi a uscire di casa. Il risultato? Dalle zone residenziali al centro, i bar sono quasi tutti vuoti.
Se non fosse il 26 aprile, primo giorno di zona gialla a Torino, verrebbe da pensare a un qualsiasi giorno di zona arancione o rossa. Il via vai delle persone è limitato anche a causa dei tanti negozi chiusi, come da prassi, il lunedì mattina. “Guardate, qui è il deserto: chi vuole che abbia voglia di uscire e venire qui in un dehors, con questo tempo?”, si domanda un barista di via Garibaldi.
Gli unici a lavorare sono i locali sotto i portici, rifugio dei torinesi tanto in caso di maltempo quanto di caldo. Di certo, per tutti gli altri, la ripartenza appare rimandata: la speranza dei baristi è che il tempo sia magnanime e possa riservare loro il prima possibile un attesissimo ritorno alla normalità.
E proprio sulla zona gialla interviene via Facebook la sindaca Chiara Appendino, sottolineando come questa riapertura non è come le altre, "ma guardi al futuro con una prospettiva che fino ad oggi non avevamo mai avuto, ovvero quella di un piano vaccinale che sta andando avanti".
"La stragrande maggioranza degli italiani -aggiunge la prima cittadina - ha dato il massimo in questa pandemia, dimostrando buon senso e rispetto delle regole. Sono certa che sarà ancora così finché sarà necessario. Via via sempre meno".