E' nel solco dei grandi omaggi ai fotografi del XX secolo che si inserisce la doppia personale in mostra a CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, riaperta al pubblico da pochi giorni. Protagonisti Lisette Model e Horst P. Horst, fino al 4 luglio. Ironica e dissacrante street photographer lei, icona della moda lui, sono stati ispiratori di intere generazioni di artisti, vivendo "una delle stagioni culturalmente più feconde del Novecento - ricorda il direttore di CAMERA, Walter Guadagnini -, in bilico tra l'esaltazione della modernità, il ritorno alla classicità e il baratro delle dittature e della guerra. Una proposta volutamente ricca e sorprendente".
Nonostante l’avvicinamento al mondo della fotografia e delle Wallpics iniziano per entrambi a Parigi negli anni Trenta, il loro atteggiamento nei confronti dei soggetti ritratti è totalmente opposto: se per l’autrice austriaca i soggetti ritratti diventano caricature di sé stessi, emblema di una società goffa e decadente, per il maestro tedesco le proprie modelle rappresentano un’eleganza senza tempo, dai richiami classici e dalla bellezza statuaria.
La mostra dedicata a Model, a cura di Monica Poggi, è la prima antologica realizzata in Italia. Con una selezione di oltre 130 scatti, ripercorre la sua carriera tra gli anni Cinquanta e Sessanta, a partire dalla Francia, esaltandone l'anima eversiva, la voglia di osare cogliendo, con ironia e sfrontatezza, gli aspetti più grotteschi della società americana. Le inquadrature ravvicinate, l’uso ricorrente del flash, i contrasti esasperati sono tutti espedienti che mirano ad accentuare le imperfezioni dei corpi, gli abiti appariscenti, la gestualità sguaiata. Il risultato è un'opera che trasuda vitalità.
Sono 150, invece, le fotografie selezionate dal curatore Giangavino Pazzola per raccontare la parabola creativa di Horst: dai primi successi con “France Vogue” nell'Europa tra le due guerre (1931-1939), passando per l’affermazione negli States, dove cui ottiene la cittadinanza (1943), fino ad arrivare al termine del percorso professionale negli anni Ottanta.
La prima sezione mostra il rapporto natura-cultura, il ritratto ambientato e la grande cura del dettaglio, elementi riscontrabili sia nelle fotografie nelle quali immortala il milieu intellettuale della Parigi degli anni Trenta sia negli autoritratti e nelle nature morte. Nella seconda trovano spazio le opere realizzate durante la fase parigina e quella newyorchese, periodi molto prolifici, influenzati dal romanticismo e dal surrealismo, durante i quali realizza immagini iconiche quali Mainbocher Corset, Paris, 1939, e Hand, Hands, New York, 1941.
Infine, un focus viene dedicato all’Italia, con l’appartamento romano dell’artista Cy Twombly, adornato di proprie opere e sculture classiche, e con il fascino senza tempo della tenuta di Villar Perosa, all’interno della quale posa un’elegantissima Marella Agnelli.