Holy 420, al secolo Andrea Leo, cresce nelle periferie di Torino e si avvicina al rap nel 2017 sviluppando i suoi primi progetti indipendenti, inizialmente come Holy Hell. Nel 2020 inizia un nuovo percorso con RKT Production con il nome di Holy 420. Da poco ha pubblicato il singolo “Scooter” che racconta di un trauma personale subito con l’obiettivo di sensibilizzare alla prudenza.
Come Andrea Leo è diventato Holy 420 e perché si chiama così?
"Holy" che tradotto significa "santo" è il punto attorno al quale vorrei fare forza. Un angelo silenzioso, che fa parlare la musica e non parla a vanvera, una figura sincera e leale. Il 420 è il peso di quando sono nato, 4 kili e 20 di pargoletto. Il personaggio è proprio dato dal mio carattere, senza filtri o secondi fini da capire, Holy sono io, semplicemente riversato nell'arte.
Cosa ispira la scrittura dei suoi brani?
La scrittura dei miei brani è data da esperienze personali e sentimenti che mi assalgono tutti i giorni. Ritengo la mia, una scrittura introspettiva a cui non basta un semplice ascolto per capirla appieno ma bisogna immergersi all'interno per permettere ad essa di far parte del tuo essere.
È uscito da poco il suo nuovo singolo “Scooter”, il brano ci racconta di un evento personale, come mai questa scelta?
La scelta di parlare di questo evento è data dal fatto che per me è stato un trauma, non sono riuscito a salire più su un mezzo di trasporto per i due anni successivi all'accaduto. Il fatto che io sia riuscito a parlarne è frutto di aver superato questo mio trauma ma l'ho fatto anche per lanciare un messaggio. Cioè di fare sempre attenzione a ciò che fai per strada perché ci vuole un attimo che tutto svanisca nel nulla.
Rap e periferia sono protagonisti anche del video di “Scooter”, che rapporto c’è tra la musica e il territorio nella quale si fa?
Il rapporto tra la musica e il territorio lo ritengo qualcosa di speciale, versare il tuo vissuto in un brano non è semplice ma l'ambiente che mi circonda mi ha aiutato molto in questo. Penso che se non metti nei tuoi brani un pò di quello che vivi, che sia periferia o città, allora non vale la pena farlo.
La Torino musicale e non come la giudica?
Torino è la mia città, città di sbagli commessi e di gioie che ho ricevuto. Bellissima, sia di notte che di giorno. Musicalmente parlando è pieno di artisti validi. Sarà il clima, l'aria che respiri, ma Torino sa darti delle vibes incredibili, devi solo saperla ascoltare.
Teatri e cinema chiusi, la musica confinata alle cuffie. Come vive da artista questo difficile momento per la musica?
Per la musica questo è indubbiamente un periodo storico difficile. Ma non ritengo abbia perso valore, non poter andare ai concerti influisce tantissimo ma hai sempre le cuffie che ti possono isolare dal resto del mondo. La musica è vita, la musica è salvezza, l'unica cosa sana.