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Attualità | 04 giugno 2021, 14:37

La plastica nel Po ha il gps: al via da Torino MAPP per studiare il percorso degli inquinanti

L'obiettivo è capire come si muovono i rifiuti, per poi eliminarli

Il fiume Po

Il fiume Po

Quasi 20 milioni di abitanti per 3.348 comuni coinvolti: sono questi i numeri del Po, che bagna 8 regioni italiane e genera il 40% del Pil nazionale. Un fiume troppo spesso usato come una discarica: a settembre 2019 a Torino -nell'ambito del Progetto "Po d'aMare" - sono stati raccolti 63 chili di rifiuti, di cui il 60% di plastica. Il 52% di quest'ultimi era non riciclabile e la metà erano bottiglie.

E per capire come si muovono i rifiuti in acqua oggi ha preso il via ufficialmente MAPP, il primo progetto italiano che vuole far conoscere i percorsi delle plastiche nel Po, da Torino al Delta, grazie al satellite. L'obiettivo è di migliorare lo stato ecologico del Grande Fiume.

Questa mattina nel capoluogo piemontese, dalla terrazza del Circolo Amici del Fiume, sono stati gettati in acqua i primi modelli di trackers, dei contenitori in materiale plastico dotati di gps. Un sistema utile per la geolocalizzazione al millesimo degli oggetti presenti. L'obiettivo, come spiegato dal segretario generale dell'Autorità distrettuale Meuccio Berselli, "è poter tracciare il percorso degli inquinanti e successivamente eliminarli"

Da qua ai prossimi 12 mesi verranno gettati nel fiume un totale di 100 trackers, distribuendoli nelle diverse stagioni, per studiare il tracciato delle plastiche con i diversi livelli di acqua. Oltre a Torino, sono previste stazioni di posizionamento a Isola Serafini (Piacenza) e in prossimità del Delta a Pontelagoscuro nel Ferrarese. 

 

Cinzia Gatti

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