È stato pubblicato sul sito del Comune di Chieri il “Report Beni Comuni 2020”, un documento di monitoraggio e di bilancio delle diverse pratiche di cittadinanza attiva che si svolgono sul territorio chierese, uno strumento sintetico che raccoglie e descrive le attività svolte nell’ambito dei 19 patti di condivisione attivi nell’anno 2020.
Attualmente sono 24 i patti di condivisione attivati a Chieri: si tratta di uno strumento che consente di coinvolgere e rendere protagonisti i cittadini nella gestione e cura dei beni comuni, materiali o immateriali, definendo e disciplinando le modalità di collaborazione tra il Comune e il soggetto proponente (associazioni grandi e piccole, soggetti del Terzo settore, gruppi informali di cittadini, di genitori o pensionati) per la realizzazione di attività di interesse generale. In sostanza, è un accordo tra cittadini attivi e il Comune nel quale vengono individuate le modalità di cura e gestione del bene comune, l’area d’intervento, gli obiettivi, le attività e le responsabilità reciproche.
Per quanto riguarda i 19 patti di condivisione attivi nel 2020, le attività sono gestite da gruppi informali (7), privati cittadini (6) ed organizzazioni (6, di cui 2 enti formativi, 2 enti privato sociale, 2 enti profit). Tramite le attività dei patti di condivisione sono state coinvolte 1102 persone, di cui 156 tra bambine e bambini, ragazze e ragazzi e studenti, 437 adulti e famiglie, 509 cittadini provenienti da gruppi misti.
Le aree di intervento: il 52.9% interessa il Verde urbano; l’11.8% i Beni culturali; l’11.8% l’Inclusione sociale; l’11.8% i Beni comuni immateriali; l’11.8% l’Arredo urbano; il 5.9% lo Sport
Circa 3mila le ore di volontariato investite non solo da parte dei volontari ma anche di professionisti ed esperti che a vario titolo hanno messo a disposizione le proprie competenze (istruttori sportivi, facilitatori, progettisti, storici, addetti alla sicurezza, ex lavoratori dell’industria tessile chierese, educatori, istruttori di guida ecc.); 738 i giorni di attività volontaria, suddivisi in quattro macrocategorie: cura e pulizia degli spazi pubblici (126), eventi e laboratori (34), coordinamento e progettazione (196), servizi a favore della comunità (382).
L’amministrazione comunale ha investito, oltre alle risorse umane che hanno gestito lo Sportello dei Beni Comuni, più di 200 ore in riunioni e formazioni collegate al tema dei beni comuni, coinvolgendo non solo i propri uffici ma anche altre amministrazioni, tecnici ed esperti del territorio regionale e nazionale. Il Comune ha inoltre messo a disposizione spazi (magazzini per deposito materiali, spazi in concessione e spazi in usufrutto gratuito), strumenti (15 bidoni per la raccolta di sfalci e indifferenziato) e materiali (sedie). Il Comune ha supportato l’attività dei patti di condivisione con l’acquisto di beni e strumenti per un totale di 2384,89 euro e rimborsi carburante per 618,40 euro.
Commenta il Sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero: "Il bilancio è assolutamente positivo, nonostante la pandemia la cura dei beni comuni non si è arrestata, anzi, sono proseguite le attività, e sono stati siglati nuovi patti. Tutto ciò dimostra che nella comunità chierese ci sono energie vive, c’è fermento ed attenzione. In un certo senso questo Report è un termometro della qualità valoriale della nostra città. Oggi è superata la pretesa che il Comune debba arrivare ovunque, risolvendo qualunque problema. Nei nostri cittadini si registra una grande disponibilità ad attivarsi soprattutto laddove, penso alla manutenzione, al verde pubblico e all’arredo urbano, l’amministrazione fa più fatica a causa della cronica carenza di risorse. I patti sono uno strumento di raccordo tra amministrazione e cittadini, all’insegna dell’interazione, della collaborazione, del fare rete e squadra insieme. Chieri è stato tra i primi Comuni italiani ad adottare, nel 2014, un Regolamento sui Beni Comuni, che è nostra intenzione migliorare e semplificare. Abbiamo potenziato lo Sportello Beni Comuni, in modo tale garantire un continuo confronto con l’amministrazione. Inoltre, Chieri, grazie alla collaborazione del Laboratorio per la Sussidiarietà Labsus, ha assunto l’iniziativa di dare vita ad un Tavolo intercomunale dei Beni comuni, un luogo dove confrontarsi con altri Comuni piemontesi e scambiare buone pratiche ma anche soluzioni tecniche e amministrative sulle diverse azioni di cittadinanza attiva".
"I patti liberano energia-prosegue il primo cittadino -producono un valore aggiunto straordinario che è il capitale sociale: senso di appartenenza, integrazione, inclusività, incontro intergenerazionale, coesione sociale. Per esempio, consentono di riportare l’attenzione su spazi sotto utilizzati o degradati, segnalando all’amministrazione la necessità di interventi relativi a igiene urbana, sicurezza, illuminazione ecc... Consentono di programmare attività gratuite coinvolgendo altri cittadini; di sperimentare nuove prassi, a carattere innovativo e partecipativo; di ideare progetti “dal basso”: di sensibilizzare i cittadini su temi di interesse generale; di coinvolgere soggetti con fragilità fisiche, sociali ed economiche, ecc… insomma, migliorano la qualità della vita. Grazie ai patti sono nati servizi che si sono consolidati, diventando punti di riferimento per la comunità. Insomma, la ricaduta sociale e culturale è davvero significativa».
Aggiunge Elisa Albarosa, responsabile dello Sportello Beni Comuni: "Il Report dei Beni comuni è stato introdotto tra gli strumenti dell'amministrazione condivisa per un duplice motivo: monitorare le attività e i risultati raggiunti nell’ambito dei patti di condivisione, tenendo un dialogo sempre aperto con il Comune e se necessario anche "correggere il tiro"; promuovere e dare visibilità ai patti di condivisione, intesi sia come singole attività (che spaziano dalla cura di spazi fisici ai beni comuni immateriali) sia come “comunità che cura”. Il documento è anche un'occasione per gli abitanti di Chieri e dintorni, che non conoscono i beni comuni, di approfondire questa tematica e perché no, di fare richiesta per entrare a fare parte di un patto o ancora di proporre un nuovo progetto all'amministrazione. Ovviamente, il 2020 è stato un anno complicato per tutte le attività limitate e condizionate dalle restrizioni imposte dall’esplosione dell’emergenza sanitaria. Tuttavia, la cura dei beni comuni è stata considerata un’opzione praticabile anche durante la pandemia, e quando è stato possibile i cittadini hanno ripreso le attività di cura, gli eventi, la ricerca fondi, la progettazione di nuove iniziative".