L’Uroboro, il serpente che si morde la coda, simbolo antico dell’eternità presente in molte culture e in diverse epoche; lo Jörmungandr – o Serpente di Midgard – della mitologia norrena; la Kundalini induista; Nachash, il serpente nel giardino dell’Eden. Sono espressioni della stessa figura, quella del serpente, portatrice dei concetti di eternità, rinascita, perfezione e infinito, unione degli opposti, immortalità e natura ciclica dell’esistenza, che prenderà corpo in scena grazie a Vladimir Ježić nel suo spettacolo The Serpent of Old, nell'ambito della stagione multidisciplinare Solo in Teatro, diretta da Caterina Mochi Sismondi e prodotta da Fondazione Cirko Vertigo.
Lo spettacolo andrà in scena sabato 2 ottobre alle ore 20.45 presso il teatro Café Müller di Torino per un ristretto numero di spettatori nel rispetto delle normative anti Covid alle 21 per coloro che vorranno seguire lo spettacolo online sulla piattaforma digitale NicePlatform – biglietti acquistabili al link https://www.niceplatform.eu/archive/83-the-serpent-of-old. Dopo quel giorno, lo spettacolo rimarrà fruibile on demand sulla piattaforma NicePlatform. Costo dei biglietti per la visione in teatro: 15 euro. Costo biglietti per la visione online: 5 euro.
“C’è una connessione molto forte tra il serpente del giardino dell’Eden, il diavolo, l’albero della conoscenza del bene e del male, l’uroboro, la conoscenza profonda e la Kundalini – l’energia vitale - rappresentata con la forma di un serpente. È proprio questa connessione che contiene in sé il segreto della vita, della vera natura di questo mondo, della natura del bene e del male”, spiega l’artista di circo contemporaneo, danzatore e artista visivo croato, che darà letteralmente corpo al serpente attraverso tecniche di circo, teatro, movimento, danza, suono e musica, cui si aggiungerà l’apporto di alcuni video, frammenti del mondo reale che si intrecceranno con le scene sul palco.
Il titolo The Serpent of Old o, in italiano, Il Serpente Antico, nasce da una citazione dal libro dell’Apocalisse 12:9, che recita: “Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli.” Questo, per Vladimir, è un classico esempio di visione della cultura occidentale, dove il serpente molto spesso è associato alla cattiveria e alla malvagità, diventando uno dei simboli principali per rappresentarle. Il serpente, tuttavia, è anche uno dei simboli più antichi conosciuti all’uomo e nelle varie culture assume numerosi significati, molto diversi e a volte anche contrari a quello tipico occidentale. L’Uroboro, serpente che si morde la coda, simbolo antico dell’eternità, simboleggia il potere che divora e rigenera sé stesso, la natura ciclica delle cose. Lo Jörmungandr – o Serpente di Midgard – nella mitologia norrena è un serpente è così grande che con il suo corpo abbraccia tutto il mondo mordendo infine la propria coda e mantenendo in questo modo l’ordine delle cose. La legenda narra che Ragnarok, o l’Apocalisse norrena, inizierà nel momento in cui Jörmungandr lascerà la propria coda. Nell’induismo, invece, la Kundalini è forza vitale, energia divina, ed è rappresentata da una forma di serpente. Il Bastone di Asclepio, simbolo della moderna medicina, e il Caduceo di Hermes, messaggero degli dèi, presentano rispettivamente uno e due serpenti che si avvolgono attorno a un bastone. Fin dall'antichità, il serpente è considerato simbolo di trasformazione grazie alla sua capacità di mutare pelle, ed è stato associato al benessere fisico, spirituale e all'illuminazione. In fondo anche Nachash, il serpente nel giardino dell’Eden, non si trova sull’albero della malvagità, ma sull’albero della conoscenza, intesa come conoscenza del bene e del male.
Le composizioni musicali originali sono state create ed eseguite da Tamara Mikler, un’artista multidisciplinare croata, le parti al violoncello da Beatrice Zanin mentre la parte vocale è stata affidata a Elisa Dal Corso. Luisella Tamietto e Alessandra Simone hanno aiutato, in qualità di occhio esterno, alla costruzione dello spettacolo. Infine Federico Bregolato ha partecipato al progetto in qualità di aiuto costumi e scenografie. I costumi sono stati ideati e realizzati da Vladimir stesso.
Come hanno fatto gli artisti della stagione Solo in teatro che l’hanno preceduto, anche Vladimir presenterà la creazione del suo Solo, della durata di circa trenta minuti, che sarà anticipato da un docufilm fatto con le riprese del dietro le quinte e le interviste all’artista, realizzate durante la settimana di residenza presso il Café Müller. Gli spazi del teatro si trasformano in un “set cinematografico” e i materiali realizzati durante la residenza hanno come risultato finale una monografia, tra lo spettacolo dal vivo e il docufilm, che svela al pubblico aspetti inediti della professione dell’artista. Gli spettatori presenti in sala potranno vedere il docufilm nella galleria del teatro, per poi spostarsi in platea e assistere alla performance live: in questo modo la serata a teatro si trasforma in un’esperienza a tutto tondo, itinerante e che propone al suo pubblico strumenti e linguaggi differenti, da quello teatrale a quello cinematografico.
Laureato in pedagogia dell'arte, dipartimento pittura e video, dal 2007 Vladimir Ježić fa parte dell'associazione di arti performative Protor+ di Fiume, dove inizia la sua formazione in danza contemporanea e realizza le sue prime esperienze in scena come performer e autore. Entra in contatto con il mondo del circo nel 2009 attraverso i workshop di tessuti aerei di Nikolina Komljenovic e Nives Soldičić e nel 2013 si trasferisce in Italia per seguire il Corso di formazione professionale per artista di circo contemporaneo di Cirko Vertigo, diplomandosi nel 2015 e specializzandosi in trapezio fisso. Dal 2015 lavora per la Fondazione Cirko Vertigo, oltre che come performer e artista, anche come l'insegnante di discipline aere nei corsi amatoriali e dal 2018 come docente di teatro fisico nel Corso di formazione professionale. Attualmente lavora con la compagnia blucinQue, diretta da Caterina Mochi Sismondi, in qualità di performer, prendendo parte agli spettacoli Vertigine di Giulietta e Gelsomina Dreams. Lo spettacolo The Serpent of Old è il suo primo solo in qualità sia di autore che di performer.
Come previsto dal decreto-legge n. 105 dal 23 luglio 2021, dal 6 agosto scorso l'accesso a spettacoli in sale al chiuso di teatri e cinema è consentito, per i maggiori di 12 anni, solo attraverso la presentazione della Certificazione verde COVID-19.