“Mai più morti per bullismo e cyberbullismo”: è questo l'appello lanciato dal palco dell'Arena Piemonte da Stefano Peiretti. Il nuovo libro dello scrittore e docente di informatica, presentato al Lingotto, ha l'obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza su questa importante tematica.
#CrediInTe contro bullismo e cyberbullismo
#CrediInTe narra la storia del protagonista Jacopo, figlio di due mamme, dell'amico Alex e del bullo Fulvio detto 'Tegola': “Con questo libro - spiega Peiretti – vorrei raggiungere i ragazzi delle scuole per invogliarli a capire cosa siano bullismo, cyberbullismo e a credere in se stessi. Solo attraverso la valorizzazione delle diversità risolvere il problema, per questo è importante iniziare a parlarne soprattutto come docenti. Purtroppo ci sono tantissimi casi di suicidio anche in Piemonte e il Covid-19 non ha fatto altro che peggiorare la situazione”.
Il supporto di Luca Trapanese
Alla presentazione di sabato scorso ha partecipato anche l'attivista e scrittore Luca Trapanese, primo genitore single ad adottare una bambina con sindrome di Down in Italia e autore del best seller 'Nata per te – Storia di Alba raccontata tra noi', fresco di nomina ad assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli: “È più che mai importante - ha commentato – educare i giovani alla diversità perché le manifestazioni di bullismo partono spesso dall'inconsapevolezza. Dobbiamo far capire che siamo tutti diversi e tutti imperfetti, nessuno può permettersi di stabilire cosa sia la normalità”.
L'importanza della comunicazione
Secondo Trapanese, la comunicazione riveste un ruolo di primo piano: “Il segreto - ha proseguito – è quello di parlare delle nostre esperienze nel modo più semplice e vero possibile, trasmettendo il concetto che le persone più lontane dal nostro sapere hanno la stessa volontà di essere accettate e integrate: possiamo farlo in tanti modi e i social, che vanno regolamentati per far sì che la community diventi sempre più educata alla diversità, rappresentano uno strumento importante per arrivare in tantissime case, partendo dai più piccoli. La mia storia, a proposito, ha aiutato tanti genitori ad accettare la disabilità dei propri figli”.