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Immortali | 24 novembre 2021, 07:30

Esame di coscienza

L'evento organizzato dal Comitato Difesa Toro per il prossimo 5 dicembre continua a far discutere

domenico beccaria

Domenico Beccaria interviene sull'evento organizzato dal Comitato Difesa Toro il 5 dicembre

Da più parti ho ricevuto richieste di chiarimenti e quindi ho deciso di non sottrarmi alle domande e di rispondere, magari in modo scomodo, ma mettendoci la faccia, come sempre ho fatto in vita mia. 

Il 5 dicembre prossimo, il Comitato Difesa Toro ha organizzato un evento, che ufficialmente si propone di celebrare il 115º compleanno del Torino, ma in effetti nasconde una aperta contestazione a Cairo.  

Contestazione peraltro legittima ed ampiamente giustificata, visto cos’è successo in questi sedici anni, ma con molta onestà intellettuale, deve essere detto chiaramente.  

Non è moralmente accettabile cercare di vendere al Popolo Granata, un vasetto che nell’etichetta riporta dei contenuti, ma dentro ha ben altro.  

In questo comitato ci sono ottime persone, come il mio amico Mario Patrignani, genuino e sanguigno granata doc, della cui buona, anzi, ottima Fede non ho motivo di dubitare, ma c’è anche altra gente.  

Gente che predica bene, ma poi razzola male e, malgrado ciò, ha la pretesa di montare in cattedra e dare patenti di “vero tifoso granata” agli altri.  

Gente che si lamenta per le condizioni del Filadelfia, ma per esso non ha mai fatto nulla di concreto, perché quando c’era la possibilità di entrare a far parte attiva nella costituenda Fondazione Filadelfia, era il marzo 2011, all’offerta di costituirsi come le altre otto associazioni di tifosi che stavano per dar vita alla fondazione, rispose “no grazie, preferisco stare fuori, così posso criticare quanto mi pare”.  

Gente che si lamenta per la lontananza del Museo del Grande Torino dalla Città, ma quando quel museo ha bisogno di un aiuto concreto, vedi allestimento iniziale, successive migliorie e soprattutto acquisizione onerosa della Balilla di Meroni, hanno dimostrato coi fatti di avere le braccio a più corte di quel presidente che tanto odiano.  

Gente che in quel museo non ci ha mai nemmeno messo piede, forse per paura di spendere i 5 euro del biglietto di ingresso.  

Gente che sostiene di voler unire il Popolo Granata, ma poi fa di tutto per dividerlo, accusando chiunque non approvi entusiasticamente al loro pensiero, di essere gobbo, o peggio, cairota.  

Gente che ha passato gli ultimi tre mesi a rivolgermi quotidiani e pesanti insulti, qualcuno arrivando anche alle minacce, per avversare una candidatura politica che di politico aveva poco, ma di granata aveva moltissimo, come avevo onestamente scritto ed evidenziato nelle immagini e nello slogan, proprio per sottoscrivere un “patto con gli elettori”, dicendo loro chiaramente perché chiedevo il loro voto e che cosa ci avrei fatto.  

Gente che ha vigliaccamente aspettato il momento in cui, per legge, non potevo replicare, essendo il giorno di “silenzio elettorale”, per sputare il loro veleno ed il loro odio su di me.  

Gente che ha il coraggio di criticare ed offendere dietro una tastiera, ma non il coraggio di incontrarsi pubblicamente per un civile e sereno contraddittorio, in cui fare domande e ricevere risposte, perché fa più comodo strumentalizzare l’icona del mostro, abilmente creata ad arte, piuttosto che incontrarlo e scoprire che mostro, in effetti, non è.  

Purtroppo il 5 dicembre, questa gente si mischierà al Popolo Granata, che con i loro metodi non ha nulla da spartire, tifosi che hanno dimostrato concretamente il loro attaccamento al Filadelfia, con la sottoscrizione del seggiolino o anche solo del nome sul muro, perché di più non potevano permettersi, ma che non si sono tirati indietro e lo stesso attaccamento lo hanno dimostrato nei confronti del Museo, con aiuti, grandi e piccoli, sia per l’allestimento che per la Balilla.  

Sono certo che Patrignani e tutti i genuini tifosi come lui, capiranno che io non posso considerare e chiamare “fratelli” e “sorelle” granata questa gente, e che quindi non posso pensare di partecipare a nessuna iniziativa di alcun tipo, che veda il loro coinvolgimento. 

Cairo ha da tempo finito i suoi stimoli ed il suo ciclo e, per il bene del Toro, è giusto che passi la mano.  

Ma anche altri che hanno dimostrato di essere divisivi almeno quanto lui, dovrebbero farsi un bel l’esame di coscienza e smetterla, una volta per sempre, di contestare e basta, di montare in cattedra e di dividere, senza mai fare alcunché di concreto e costruttivo, perché qualsiasi cosa sbagliata si voglia cambiare, deve avere un’alternativa chiara e credibile con cui proporre di sostituirla.  

Per tutti questi motivi, ovvero per il bene del Toro, ovviamente, che è l’unica cosa che veramente conta, il 5 dicembre io non ci sarò.

Domenico Beccaria

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