L’Università di Torino ha premiato gli studenti che, da atleti, hanno partecipato ai giochi olimpici e paralimpici di Tokyo 2020. Nella Sala blu del rettorato hanno ricevuto una medaglia Luigi Busà, medaglia d’oro ai giochi olimpici nel karate, specialità kumite; Carlotta Gilli, 2 medaglie d’oro, 2 argenti e 1 bronzo ai giochi Paralimpici nel nuoto; Elisabetta Mijno, medaglia d’argento ai giochi paralimpici nella gara a squadre miste di Tiro con l’arco; Nicholas Mungai, Judo categoria -90 kg ai giochi olimpici; Federico Tontodonati, marcia 20 km ai giochi olimpici; Hillary Wanderson Polanco Rijo, atletica 4x100 m ai giochi olimpici. Sono stati premiati, inoltre, gli allenatori Francesco Bruyère e Salvatore Loria.
A fare gli onori di casa il vicerettore per il Welfare, la sostenibilità e lo sport, Alberto Rainoldi, accompagnato dal direttore generale Andrea Silvestri e dalla presidente del corso di laurea magistrale in Scienze dell’Educazione Motoria e delle Attività Avanzate, Emanuela Rabaglietti. “L’Ateneo è sempre più impegnato a garantire a queste eccellenze una doppia carriera, sia nella veste di studenti che in quella di atleti - ha spiegato Rainoldi - grazie anche al Cus Torino e al progetto Agon, abbiamo dato inizio alla Dual Career e, ad oggi, sono 60 gli studenti e le studentesse che ne fanno parte”.
Visibilmente emozionato Luigi Busà, il “Gorilla d’Avola” primo oro italiano nel karate. “Sport e studio possono andare benissimo di pari passo - ha detto il campione siciliano, che è iscritto a Scienze motorie - ben vengano gli aiuti, soprattutto a ridosso delle gare, ma sia chiaro che non vogliamo alcun vantaggio agli esami”. Sui progetti futuri, Busà dice: “Voglio pubblicizzare il karate, uno sport che ne ha bisogno. Dal punto di vista sportivo invece continuerò a combattere. A maggio ci sono gli Europei, a luglio i Giochi del Mediterraneo”. Sulla pandemia che continua a condizionare le vite di tutti, il karateka conclude: “In questo momento ci dobbiamo adattare a una vita diversa, con obblighi come quello della mascherina che ci danno fastidio. Non dobbiamo però cercare alibi, quanto sta accadendo è grave, ma serve affrontare la vita con più forza di prima e andare avanti”.