"Un indennizzo di settemila euro non rappresenta neppure un anno di lavoro. La proposta emersa in questi giorni per gli indennizzi ai lavoratori della ex Embraco mi pare, francamente, inaccettabile e vergognosa". Ancora una volta non le manda a dire, Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino. Da sempre in prima fila al fianco dei lavoratori alle prese con vertenze sindacali e, in particolare, con i 400 operati dello stabilimento di Riva di Chieri.
È di venerdì, infatti, l'ufficialità legata alle intenzioni da parte di Whirlpool e della curatela fallimentare di Ventures (l'azienda che aveva rilevato Embraco) di utilizzare quel che resta del fondo per la reindustrializzazione - il cosiddetto fondo Escrow, pari a 9 milioni - per sanare le posizioni debitorie e gli scoperti, destinando poi il rimanente tra gli operai che rimangono senza lavoro. Conti alla mano, 7000 euro (lordi), appunto.
"Privilegiati gli imprenditori, non i lavoratori"
"Nella ripartizione del fondo - prosegue Nosiglia - vengono privilegiati imprenditori e fornitori, scegliendo esplicitamente di lasciare allo sbando i 400 lavoratori e le loro famiglie. Se non tocca a me entrare nel merito delle procedure di concordato o di curatela fallimentare ritengo però mio preciso dovere spendere una parola forte e chiara per dire che siamo di fronte a un cammino di ingiustizia. Prima che tale proposta vada avanti mi sembra necessario richiamare – ancora una volta – l'attenzione di tutti quegli attori sociali e istituzionali che hanno fino ad ora detto di volersi coinvolgere nel dramma dei lavoratori ex Embraco: Unione Industriale, Regione Piemonte, ministeri economici e del lavoro. Ugualmente significativo è che il sindacato continui a compiere la sua opera di informazione capillare, nella prospettiva di tutelare il più possibile i lavoratori".
Com'è noto, perché la proposta sull'utilizzo dell'Escrow vada in porto è necessario il 90% delle adesioni da parte dei lavoratori, che al 22 gennaio vedranno scadere la cassa integrazione. "I tempi sono stretti - incalza l'alto prelato -. Qualunque sia l'esito del passaggio attuale c'è una cosa precisa che gli attori istituzionali possono e devono fare: avviare percorsi concreti di formazione e aggiornamento per i lavoratori, in modo da garantire a tutti l'opportunità di potersi ricollocare. Mi pare doveroso, da parte dei lavoratori, inserirsi con convinzione in tali percorsi. E se nessuno sarà in grado di rilevare in blocco attività e maestranze della ex Embraco, certo sarà possibile trovare soluzioni di ricollocazione differenziate in aziende diverse".
"Pronto a pagare le spese legali"
Ma ancora una volta, non sono solo parole quelle di Nosiglia. E se in passato aveva contribuito al sostentamento delle famiglie con pacchi di cibo e pagando le spese per le trasferte a Roma in caso di tavoli e manifestazioni, anche stavolta l'arcivescovo è pronto a mettere mano al portafogli. "In questa fase, così delicata e dolorosa, l'Arcivescovo di Torino ha da spendere la sua parola e «metterci la faccia», come ha fatto fino ad ora. E intende garantire la copertura delle spese legali e di quegli esperti che, nelle varie sedi, dovranno promuovere e tutelare gli interessi dei lavoratori".