La pandemia ha reso più poveri i torinesi. In poco più di un anno (da marzo 2020 a gennaio 2021) il Comune ha destinato - grazie a fondi ministeriali Ristori Ter, Sostegni bis, donazioni e fondi interni - oltre 16 milioni e 700 mila euro per i buoni spesa o per l'acquisto di cibo da distribuire nei 17 snodi di Torino Solidale. Punti a cui si aggiungono luoghi come il Sermig e il Banco Alimentare.
La maggioranza non percepisce il reddito di cittadinanza
L'ultimo stanziamento in ordine di tempo risale a fine gennaio, quando Palazzo Civico ha messo a disposizione 2.3 milioni di euro per aiutare 10.000 famiglie in difficoltà. E chi ha fatto richiesta del buono spesa entro ottobre 2021, per poter avere qualcosa sulla tavola a pranzo e/o cena si trova veramente in condizioni di estrema indigenza. Più dell'85% ha un Isee inferiore ai 6 mila euro e il 15.5% addirittura pari a zero. Nel 67% delle famiglie richiedenti sono presenti bambini, così come anziani e disabili. La quasi totalità poi non percepisce il reddito.
Rosatelli: "Criteri del REI troppo stringenti"
E proprio i criteri per il rilascio di quest'ultima misura sono stati contestati dall'assessore alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli. "Per il reddito di cittadinanza - ha sottolineato - ci sono dei vincoli stringenti che non condivido, come l'obbligo di residenza da almeno dieci anni nel nostro paese". Palazzo Civico è stato in grado di erogare milioni di euro ai bisognosi grazie agli stanziamenti straordinari messi in campo a livello nazionale per contrastare l'aumento di povertà dovuto all'emergenza sanitaria.
"Ristori continuino oltre pandemia"
"La domanda - ha aggiunto Rosatelli - ovviamente è: cosa succede dopo? La politica del governo per il contrasto alla povertà non può limitarsi alla pandemia: questi ristori dovranno continuare". "Noi cercheremo di fare la nostra parte come amministrazione comunale, ma chiediamo a Roma che questi stanziamenti continuino" ha concluso.