Il confronto militare in Ucraina ha generato dibattito politico anche nella neutrale Irlanda, che non fa parte della NATO e che si è sempre astenuta da qualunque collaborazione a missioni che non fossero approvate in pieno dalle Nazioni Unite.Come riportato dal sito Strumenti Politici, il vicepremier irlandese Leo Varadkar ha ammesso che il governo sta valutando l’ipotesi di un coinvolgimento maggiore nel sistema di difesa europea, non necessariamente nell’Alleanza Atlantica ma almeno nella cornice della PESCO,l'iniziativa della UE volta all'integrazione strutturale delle Forze armate degli Stati membri dell’Unione. In ogni caso, prima di prendere decisioni di tale importanza, secondo Varadkar sarà incoraggiata la discussione tra il pubblico per sentire cosa ne pensano i cittadini irlandesi, da sempre convinti che la neutralità sia un valore importante ed efficace per garantire la protezione della Repubblica d’Irlanda. Una relazione, commissionata da Dublino prima che iniziasse l’azione militare in Ucraina, ha mostrato cifre secondo le quali la capacità difensiva irlandese vada migliorata aumentando le spese per l’esercito fino a 3 miliardi di euro. Ma il Tánaiste (vicepremier) non è d’accordo: si tratta secondo lui di un esborso eccessivo, considerato anche che vi sono altre priorità a cui fare fronte; al tempo stesso, però, ha ammesso che servono equipaggiamenti migliori, che i soldati irlandesi vadano pagati di più e che servano radar e attrezzature per sorvegliare meglio lo spazio aereo e quello marittimo, di primaria importanza per l’isola.
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