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Attualità | 09 marzo 2022, 19:33

L’aeroporto di Caselle va oltre il Covid e “decolla”: in estate 62 destinazioni e crescita del 47%

La base Ryanair proietta il Sandro Pertini su un’altra dimensione. Preoccupa poco la crisi in Ucraina: "Tre destinazioni cancellate per ora, ma uno shock simile può avere conseguenze sul trasporto aereo"

L’aeroporto di Caselle va oltre il Covid e “decolla”: in estate 62 destinazioni e crescita del 47%

Il Covid allenta la presa e la stagione estiva dell’aeroporto Sandro Pertini di Caselle “decolla”. Sono infatti ben 62, di cui 47 internazionali, le destinazioni previste nell’offerta Summer proposta dallo scalo torinese ai passeggeri. Numeri decisamente superiori non solo rispetto a quelli degli scorsi anni contraddistinti dalla pandemia, ma anche a quelli del 2019 quando il Coronavirus non aveva impattato sulle abitudini dei cittadini di tutto il mondo e le destinazioni toccate erano appena 47.

A Caselle, per l'estate, la crescita dei posti messi in vendita è del 47%. Un boom che si spiega con l’apertura della base Ryanair a Torino: “Solo nei sette mesi estivi (aprile-ottobre) offriamo oltre 4 milioni di posti, che è il totale di quanto raggiunto in tutto il 2019: oggi la scommessa è far sì che Ryanair porti turisti a Torino e i torinesi in giro per l'Europa” racconta entusiasta Andrea Adorno, amministratore delegato Sagat. "Questa sarà un'estate che batterà molti record grazie a un' offerta molto elevata a livello di competizione sul nazionale e con tante destinazioni dal punto di vista internazionale" promette l'ad di Sagat.

Destinazioni e turisti

Le mete più ambite e richieste rimangono quelle vacanziere: il mare, la Grecia, la Spagna. A seguire le capitali europee, utilizzate tanto da chi sceglie di andare in vacanza quanto da chi invece si sposta per lavoro. L'offerta business è quella che più ha patito gli effetti della pandemia, essendosi ridotti gli spostamenti di lavoro e le trasferte, ma lo scalo torinese si attesta al quarto posto in Italia anche in questo segmento. Regge poi il turismo invernale, con il ritorno degli inglesi sulle piste da sci e a Caselle, dove non si vedono ben prima della guerra i cittadini russi a causa del non riconoscimento delle autorità italiane del vaccino Sputnik.

L’impatto della guerra

Per il momento la guerra preoccupa, ma fino a un certo punto. “Oggi non vediamo ancora un impatto concreto, ma ma è indiscutibile che uno shock simile può avere conseguenze sul trasporto aereo” afferma Andorno. Attualmente, con lo spazio aereo chiuso sopra i cieli dell’Ucraina, della Moldavia e della Russia, sono tre le destinazioni “saltate”: Kiev, Leopoli e Chişinău. Le prime due non riapriranno prima dell’inverno, mentre per la capitale moldava la speranza è che possa essere riattivata già in estate. Lo scenario è però imprevedibile e potrebbe mutare da un giorno all’altro.

Andrea Parisotto

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