La Francia è molto presente nel sistema economico della Federazione Russa, ma oggi le sue aziende subiscono una forte pressione esterna per uscire dal mercato russo: il Ministro degli Esteri ucraino ha invocato un boicottaggio mondiale delle automobili Renault, mentre il Presidente ucraino si è appellato al Parlamento di Parigi chiedendo che il business francese la smetta di “sponsorizzare la macchina da guerra russa”.Come riportato dal sito Strumenti Politici, delle 1200 società francesi presenti in Russia a chiudere finora non sono state molte. Tra di esse spiccano nomi importanti tra cui Chanel, Hermès e il gruppo LVMHche detiene Louis Vitton e Dom Pérignon. La Renault (di cui lo Stato francese è azionista al 15%) sembra orientata a fermare la produzione negli stabilimenti vicino Mosca, ma solo dopo vari tentennamenti. Chi invece intende rimanere è il gruppo AFM, che controlla colossi della grande distribuzione organizzata come Auchan, Decathlon e Leroy Merlin: dunque, queste importanti catene restano operanti a pieno regime. E anche la Danone limita il più possibile le chiusure per approfittare dell’uscita della sua concorrente svizzera, la Nestlé. Vi è infineTotalEnergies, un gigante dell’energia presente in Russia da 25 anni. Additata di complicità in “crimini di guerra”, la compagnia ha deciso di dichiarare i principi a cui si atterrà in questo frangente, al fine di fugare le ombre, anche se verrà sempre accusata per il solo fatto di avere partecipazioni in aziende russedell’oil&gas.La Total condanna l’operazione militare contro l’Ucraina e interromperà gradualmente le sue attività di Russia, pur continuando alcune forniture di combustibile, perché rinunciare al gas russo sarebbe una scelta contraria al suo ruolo, che è contribuire alla sicurezza energetica dell’Europa.
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