Il Comune di Settimo ha scelto di modificare le fasce ISEE per sostenere maggiormente le famiglie in difficoltà con il pagamento dei servizi pubblici: mensa, sanità e tassa rifiuti. La decisione è stata votata dal Consiglio Comunale nella seduta del 23 marzo.
"Le misure con cui interveniamo sono sostanzialmente due – illustra l'assessore al bilancio Luca Rivoira - La creazione di una nuova fascia ISEE, che consente di modulare meglio gli aiuti, e l'aumento delle riduzioni sui servizi per varie categorie".
La classificazione ISEE, che inquadra le famiglie in uno scaglione sulla base del reddito, degli immobili di proprietà e altri parametri, può dare diritto a una serie di agevolazioni sui pagamenti dei servizi. In particolare la mensa scolastica, il ticket sanitario e la TARI. Al crescere delle difficoltà delle famiglie, il Comune interviene a integrare la tariffa da pagare, per garantire i servizi essenziali a tutti, anche a chi è in una situazione economica complessa.
"Fino ad oggi, la soglia massima di indicatore ISEE per avere diritto alle riduzioni era fissata a 16mila euro – prosegue Rivoira - Abbiamo aumentato la soglia fino a 18mila, anche per venire incontro alle famiglie entrate in crisi dopo la pandemia. Abbiamo anche scelto di aumentare la riduzione sulle fasce medie, quelle più colpite nell'ultimo periodo. È anche un modo per intervenire sugli aumenti generalizzati dell'ultimo periodo, che naturalmente vanno a impattare sulle fasce medie e medio-basse in maniera più importante".
Un ragionamento complementare a quello fatto su ticket sanitario e mensa, dove si interviene maggiormente sulle fasce basse. L'esenzione ticket sanitario, precedentemente fissata fino a 4100 euro di ISEE, sale a 5200, mentre quella della mensa sale da 4100 euro a 6100. Ciò significa allargare la platea di chi paga la cifra minima di 1,25 euro a pasto.
"Per mensa e ticket abbiamo scelto di intervenire dove c'è maggiore difficoltà. Questo permette, tra l'altro, di estendere la possibilità di esenzione a tipologie di prestazioni sanitarie che normalmente l'ASL non garantirebbe", ha concluso Rivoira.