L’EuroLat, l’assemblea che riunisce 150 parlamentari europei e latinoamericani, è uscita spaccata dalla sessione plenaria tenutasi a Buenos Aires dieci giorni fa, la prima dopo la pandemia. Il tema della sovranità delle isole Falkland o Malvine, teatro della guerra del 1982, continua a infiammare gli animi, ma nonostante un intervento polemico e accusatorio da parte della vicepresidente argentina Cristina Kirchner, l’assemblea è riuscita a emanare una dichiarazione che esorta al dialogo per definire pacificamente la questione fra Londra e Buenos Aires. Sull’atteggiamento verso il conflitto in Ucraina, invece, nessuna delle quattro mozioni presentate ha ottenuto un numero sufficiente di voti. Le proposte sono arrivate prevalentemente dall’ala europea del consesso, che chiedeva di condannare la Russia in termini estremamente pesanti, parlando di invasione e di crimini di guerra perpetrati delle truppe russe. Come riportato dal sito Strumenti Politici, gli esponenti sudamericani - in particolare argentini e boliviani - preferivano che la dichiarazione si concentrasse sull’aspetto umanitario, sul dialogo e sulla ricerca della pace. Il presidente del Parlasur, l’uruguaiano Daniel Caggiani, sostiene che la posizione europea manca di autonomia perché troppo dipendente dalla visione dello scacchiere internazionale dettata da Washington. Così, vista l’impossibilità di trovare un consenso abbastanza largo fra europarlamentari e deputati dei vari organismi sudamericani, ad approvare un testo comune sono stati i due copresidenti dell’EuroLat, lo spagnolo Javier López e il colombiano Oscar Dario Pérez.
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