Difesa sì, ma solo se nel frattempo si costruisce la pace. E’ questo il senso del messaggio lanciato da Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, in visita a 15 profughi ucraini con disabilità, ospiti al Cottolengo.
“Anche la nostra dottrina riconosce il diritto alla difesa armata di un Paese che viene aggredito, ma solo se insieme si fa di tutto per costruire la pace con un’attività diplomatica” ha affermato il cardinale. Parolin ha poi proseguito: “La storia insegna che la pace che si raggiunge con le armi non è stabile quanto quella ottenuta con la diplomazia". Il segretario di Stato Vaticano si è concentrato sull’accoglienza e l’assistenza fornita dalla Piccola Casa della Divina Provvidenza ai bisognosi: “Per noi cattolici curare chi ha bisogno è un imperativo: le Rsa sono spesso demonizzate, ma non bisogna generalizzare. Quando le cure domiciliari non sono possibili, ci vogliono posti come questo”.
Ad accoglierlo, nell’inaugurazione di una nuova ala della Frassati, Don Carmine Arice, padre generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza: “La visita del segretario di Stato, rappresenta per noi la vicinanza del Papa ed è un grande dono. L’aumento dei posti letto per anziani non autosufficienti ci permette di continuare ad offrire casa a coloro che non possono trovare una risposta diversa rispetto all’assistenza domiciliare”.