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Economia e lavoro | 23 luglio 2022, 19:13

Caldo infernale nelle fabbriche torinesi, Fiom Cgil attacca: "Fanno pause i calciatori, non gli operai"

Edi Lazzi: "Sono sempre più frequenti le segnalazioni di malori all'interno delle fabbriche, ma conta solo il profitto"

La Dana Graziano di Rivoli

La Dana Graziano di Rivoli

Il caldo di luglio è soffocante per tutti, ma ancor più difficile da sopportare per gli operai delle fabbriche torinesi. E’ questa la denuncia della Fiom Cgil, dopo i tanti malori avvenuti recentemente nelle fabbriche metalmeccaniche. 

 

La richiesta è quella di intervenire sulla riorganizzazione del lavoro. Intanto, sono proprio i lavoratori ad aver indetto uno sciopero per richiamare l’attenzione sul problema: solo qualche giorno fa, gli operai della Dana Graziano di Rivoli avevano incrociato le braccia dopo la scomparsa di un operaio, morto a causa di un malore.

 

E’ da settimane che arrivano telefonate, lamentele ai delegati: nelle fabbriche fa un caldo infernale” afferma Edi Lazzi, segretario generale Fiom. “Le aziende dovrebbero dare acqua con sali minerali, aumentare le pause e diminuire i ritmi di produzione: nessuno o quasi nessuno lo fa”. 

 

Prevale l’idea che non bisogna fermarsi, perdere le consegne: poi ci sono operai che finiscono in infermeria” prosegue Lazzi. “Le donne spesso hanno mancamenti, ma le aziende vogliono continuare a produrre. La logica del profitto prevale su tutto. Fanno le pause anche i calciatori, non gli operai” conclude il sindacalista. 

Redazione

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