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Economia e lavoro | 27 luglio 2022, 16:56

I lavoratori dei musei torinesi in stato d'agitazione scrivono a Lo Russo: "Basta tagli e riduzione del personale"

Lettera aperta al sindaco: "Occorre una nuova visione della cultura, che metta insieme i diversi soggetti, definisca risorse pubbliche e private, ma soprattutto regole da rispettare"

protesta museali - foto di archivio

Lavoratori dei musei torinesi scrivono a Lo Russo: "Basta tagli e riduzione del personale"

Proseguono le iniziative delle lavoratrici e dei lavoratori dell’appalto servizi museali dei Musei Civici Torinesi, volte a rivendicare risposte di prospettiva sul loro futuro occupazionale da parte dell’Amministrazione Comunale di Torino, stazione appaltante del servizio in questione.

Apprensione per l'appalto in scadenza il 31 luglio

Come noto, i 47 dipendenti delle cinque cooperative attualmente coinvolte nel servizio (Socioculturale, Coopculture, Cooperativa Frassati, la Nuova cooperativa e la Nuova socialità), che operano nei Musei Polo del 900, Diffuso, Risorgimento, Montagna, Lombroso e Anatomia, sono in attesa di apprendere quale sarà il proprio futuro, con un appalto in scadenza il 31 luglio prossimo.

La direzione amministrativa del Comune di Torino pare essere orientata ad affidare alla procedura Consip (procedura prevalentemente incardinata sulla riduzione dei costi) la definizione delle regole di affidamento dei servizi museali; una prospettiva che mette in seria apprensione le lavoratrici ed i lavoratori, perché questo potrebbe significare tagli delle ore, peggioramento di diritti e salario, addirittura tagli occupazionali.

Timore per nuovi tagli e riduzione del personale

E’ per scongiurare tali pericoli che è stato dichiarato lo “stato di agitazione” e si è ora in attesa della convocazione della Prefettura ad un tavolo di confronto, mentre è di questi giorni la notizia che le Direzioni Museali avrebbero deciso una proroga “tecnica” di sei mesi dell’appalto in essere, per poter meglio approfondire il sistema Consip. Questo non garantirebbe comunque quanto le lavoratrici ed i lavoratori si aspettano e richiedono a gran voce: una proroga dell’appalto di almeno un anno, nella quale istituire un tavolo di confronto con il sindacato per individuare un progetto complessivo di servizi culturali capace di dare risposte alle esigenze della città compatibili con i diritti di stabilizzazione dell'occupazione e relativi adeguamenti retributivi del lavoro.

Lettera al sindaco Lo Russo per chiedere garanzie

Nel frattempo le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti, dopo aver raccolto la solidarietà delle Associazioni Culturali Torinesi con sede presso il Museo Diffuso, hanno inviato in questo giorni una lettera aperta (di cui si allega il testo) al Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, per chiedere che l’Amministrazione Comunale accolga positivamente questa richiesta, facendosi carico di una discussione che decida di investire sulle lavoratrici e sui lavoratori di tutta la filiera produttiva culturale torinese, affrontando il tema di una prospettiva che deve investire tutte le lavoratrici ed i lavoratori che a diverso titolo, con profili e contratti diversi concorrono alla produzione culturale della città: lavoratori che operano nei teatri, nel campo musicale e dello spettacolo, nei musei ma con contratti diversi da quelli delle cooperative, in grado di costruire una “visione” generale della cultura a Torino che metta insieme i diversi soggetti, definisca risorse (pubbliche e private) e soprattutto regole attraverso le quali fondazioni e musei concorrano insieme ai lavoratori alla costruzione di un sistema dove efficienza e qualità non siano separabili dalla dignità del lavoro.

Stato di agitazione, presidi e volantinaggi

Proseguono intanto presidi e volantinaggi davanti alle sedi dei musei interessati, per coinvolgere cittadini, visitatori e le stesse Direzioni Museali in una discussione che intende fornire maggiori tutele e garanzie a chi tutti i giorni opera affinché il pubblico possa godere dei Musei torinesi.

redazione

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